Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.
Peter Jackson ha restaurato così tanti filmati dei Beatles che sono diventati una serie tv di 6 ore
Doveva fare un semplice film, e invece ne è venuta fuori una serie di sei ore. Chi poteva essere se non Peter Jackson, campione supremo di pellicole lunghissime? Suoi sono tutti i film del Signore degli anelli e Lo Hobbit. Disney+ gli aveva commissionato un film sui Beatles a partire dai filmati di Michael Lindsay-Hogg, che aveva ripreso le loro prove del gennaio 1969, mentre si preparavano a ritornare sul palcoscenico per la prima volta dopo due anni e a comporre le 14 nuove canzoni di Let It Be. Data di uscita in sala già annunciata, doveva essere ad agosto, quando quelli di Disney hanno deciso di non tagliare le 60 ore che Peter Jackson era riuscito a ricavare lavorando per tre anni sui filmati, «l’unico in 50 anni ad avere avuto accesso agli archivi privati del gruppo».
La serie uscirà il 25 novembre, consiste di tre episodi disponibili sulla piattaforma streaming e si intitola The Beatles Get Back. La Disney l’ha descritta così: «riprese del gruppo mentre lavora nello studio, con John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr mentre creano dal nulla le loro canzoni più classiche, mentre ridono, chiacchierano e suonano direttamente davanti alla cinepresa». Una chicca della serie che piacerà tanto ai fan è l’ultima performance live dei Beatles come gruppo, cioè il famoso concerto sul tetto del Savile Row di Londra, che per la prima volta verrà mostrato integralmente. Deadline ha riportato che secondo Peter Jackson Get Back sarà una serie speciale: «I filmati di Lindsay-Hogg catturano trame multiple: la storia di amici e di individui; la storia delle fragilità umane e di un’unione divina», aggiunge, «è un racconto dettagliato del processo creativo, si vedono comporre canzoni iconiche mentre sono sotto pressione, il tutto contestualizzato nel clima sociale dell’inizio ’69. Ma non è nostalgia: è crudo, onesto, e umano. Dopo 6 ore, potrete conoscere i Beatles con un’intimità che mai avreste creduto possibile».

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