Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il BTS Army Census è il più grande sondaggio online che riguarda un fandom
I BTS sono certamente la band più popolare del momento. Come avevamo raccontato quando hanno raggiunto la prima posizione della Hot Billboard 100 in America lo scorso settembre, il loro successo è l’apice finora più alto raggiunto dall’industria musicale della Corea del Sud, che da molti anni ormai è una realtà consolidata da cui provengono artisti apprezzati in tutto il mondo. I motivi del loro successo sono tanti, a cominciare dal mix di generi che li caratterizza e da come hanno saputo innovare il “modello” del gruppo K-pop, ma se c’è qualcosa che ha sempre interessato gli osservatori esterni è la composizione del loro sterminato fandom, conosciuto come Army. A rispondere a quella domanda ci hanno pensato loro stessi, organizzando (in maniera eccellente: viene voglia di affidare loro le campagne di promozione dei vaccini) un vero e proprio censimento che li riguarda: si chiama BTS Army Census, si riferisce al 2020 e ha coinvolto più di 400 mila fan provenienti da ogni angolo del globo.
Un questionario di dieci domande è stato infatti compilato da 402.881 persone di 46 Paesi diversi nel periodo che andava dal 9 luglio al 31 settembre 2020, il più grande sondaggio online mai realizzato su un fandom. Alcuni dati interessanti: la maggior parte dei partecipanti (il 22,26 per cento) ha dichiarato di essere diventato fan della band nel 2017; il 20,08 per cento degli Army è di base in Indonesia, che è quindi il primo Paese per numero di fan, il 10,63 per cento in Messico e l’8,41 negli Stati Uniti (in Corea del Sud sono il 3,72 per cento); la maggior parte di loro (l’86,41 per cento) è attivo su YouTube con canali dedicati alla band mentre il 77,55 per cento è su Twitter, dove quasi quotidianamente ci sono hashtag a loro dedicati; 1 su 10 ha un’istruzione universitaria; nell’86,34 per cento si tratta di donne o ragazze, l’11,04 per cento è maschio, il 2,62 per cento è non binario o altro. Quasi il 50 per cento, infine, ha più di 18 anni.
Si è molto scritto dell’attivismo digitale di cui gli Army sono capaci, che in molti analisti hanno collegato al fatto che si tratterebbe perlopiù di ragazze e ragazzi della Generazione Z che hanno ereditato e fatto evolvere i “vecchi” forum e le community online dedicate alle popstar (basta pensare a Justin Bieber o agli One Direction) che già spopolavano fra i Millennial. Spesso gli Army organizzano raccolte fondi per progetti di beneficenza o per porre l’attenzione su determinati argomenti che ritengono rilevanti per la loro community, come quando hanno riempito di gif e “fancam” l’hashtag dei suprematisti bianchi #WhiteLivesMatter dopo la morte di George Floyd o quando hanno prenotato in massa i biglietti per il comizio di Trump a Tulsa. La compilazione del sondaggio, che comunque rimane un campione del reale fandom della band ma ne fotografa bene la parte più digitalmente presente, ha richiesto una coesione e capacità organizzativa di tutto rispetto, a cominciare dalla capacità di superare le barriere linguistiche.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.