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Kevin Costner è stato denunciato da un’attrice per una scena di stupro non prevista durante le riprese di Horizon Un episodio che ricorda molto quello che successe a Maria Schneider sul set di Ultimo tango a Parigi.
Dopo 60 anni a Mosca è stato inaugurato un nuovo monumento dedicato a Stalin Si trova nella stazione della metropolitana Taganskaya ed è l'esatta riproduzione di un monumento "perso" nel 1966.
Per prepararsi al ruolo di giurata del Booker, Sarah Jessica Parker ha detto che sta leggendo due libri al giorno Ha preso molto sul serio il ruolo, che prevede la lettura di 170 libri entro il 29 luglio.
In Slovacchia hanno deciso che la soluzione al problema degli orsi è mangiarli Ce ne sono troppi nelle foreste del Paese e il governo vuole diminuirne drasticamente il numero, anche se si tratta di una specie protetta.
A causa della crisi climatica un ghiacciaio in Svizzera è collassato e ha distrutto un intero villaggio Il sistema di monitoraggio ha permesso di evacuare per tempo il paese, ma il disastro di Blatten potrebbe ripetersi presto.
Maria Grazia Chiuri lascia la direzione creativa di Dior Dopo la collezione Cruise presentata a Roma due giorni fa, la stilista romana e la Maison francese si separano definitivamente dopo 9 anni.
Elon Musk ha lasciato il Doge ma assicura che è ancora il migliore amico di Donald Trump I due hanno bisticciato un po' nell'ultimo periodo, quindi Musk ne ha approfittato per rassicurare i fan suoi e di Trump.
Il produttore di Popeye di Robert Altman ha detto che quello è stato senza dubbio il film più incocainato di sempre Secondo Barry Diller, Ceo di Paramount all'epoca delle riprese, così tanta droga sul set di un film non si è mai vista.

Con le mostre chiuse buttiamoci sui libri d’arte

Gli appassionati sono costretti a scegliere modi diversi per ammirare quadri, sculture, installazioni e foto: è il momento di riempire le nostre case di coffee table book.

19 Marzo 2021

Ci risiamo, richiude tutto. Oltre ai ristoranti, ai negozi di abbigliamento, alle gioiellerie, restano sbarrati anche i portoni di cinema, sale da concerto e teatri. Chiudono pure le gallerie e i musei, che stavolta non possono appellarsi nemmeno al salvifico numero chiuso, una sorta di terzo emendamento con cui gli spazi espositivi sono riusciti ad andare avanti fino a ora. La terza ondata ha smorzato ogni entusiasmo, ammesso che ve ne fosse rimasta ancora qualche briciola. Così, gli appassionati d’arte sono costretti a scegliere strade diverse, vie alternative per ammirare quadri, sculture, installazioni e foto. L’opzione più contemporanea è quella delle mostre virtuali, gettonatissime fra le gallerie d’arte internazionali. Ognuna di loro ormai possiede una viewing room dove basta iscriversi per poter ammirare in modo virtuale i lavori degli artisti più in voga (come il francese Pierre Huyghe proprio in questi giorni in mostra online sul sito di Hauser & Wirth). Ma c’è anche un’opzione più tradizionale. Quella dei libri d’arte.

Le case editrici ne stanno sfornando tantissimi. Architettura, pittura, videoarte, fotografia, tantissima fotografia: decine di coffee table book che hanno l’effetto di un unguento contro le ferite da lockdown. Come il bellissimo libro Wild Flowers di Joel Meyerowitz, gigante della street photography. Pubblicato a marzo da Damiani, è un inno in technicolor alla natura e soprattutto ai fiori. Una boccata d’aria fresca dopo il buio di quest’inverno. Classe 1938, amico fraterno di figure mitologiche come Diane Arbus e Garry Winogrand, il fotografo americano firma una carrellata di scatti dominati da corolle e boccioli belli come arcobaleni.

A proposito di fotografia di strada, sempre a marzo, da Prestel è in arrivo Women Street Photographers, la più completa ed esauriente raccolta di donne fotoreporter: da Efrat Sela a Danielle L. Goldstein, da Monica Flannery passando per Prabha Jayesh. In tutto cento artiste scelte accuratamente da Gulnara Samoilova, fondatrice del Women Street Photographers project, che comprende un sito, numerose piattaforme social e una mostra che si tiene ogni anno.

Alexander Ponomarev è invece uno degli artisti contemporanei russi più conosciuti. Nel 2014 il Time magazine lo ha inserito nella lista dei cento Leading Global Thinkers grazie all’incredibile mole di materiali che usa per dare vita ai suoi lavori. Un mix di paesaggi estremi, lande desolate, relitti che rivelano “un mondo culturalmente e moralmente alla deriva”. Rizzoli Usa ora gli dedica la prima monografia della sua vita dal titolo Alexander Ponomarev: The Second Voyage, scritta a quattro mani da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri.

Di tutt’altro tenore è invece il volume che Taschen consacra a Beatriz Milhazes. Brasiliana di Rio de Janeiro, la sessantunenne mescola l’astrazione modernista ai colori e alla luce del suo paese natale. Il libro esplora tutte le sue fasi creative: dagli inizi ai giorni nostri. In tutto 280 lavori dal retrogusto tropicale che traggono ispirazione da Matisse e Gauguin ma poi arrivano dritti al cuore dell’universo carioca, coinvolgendo anche carnevale, l’Amazzonia, il folclore e motivi che vanno dal pop al barocco.

Sempre per Rizzoli Usa e sempre a marzo esce Art in the Streets, una sorta di Bibbia dell’arte di strada, firmata dal collezionista e gallerista cult, Jeffrey Deitch, insieme a Carlo McCormick, Roger Gastman, Fab 5 Freddy e Greg Tate. Si tratta di una ristampa riaggiornata dopo diversi anni e racconta per immagini vita, morte e miracoli dei graffiti. Da New York fino a centri come Los Angeles, Tokyo e Parigi. Nel volume non mancano i riferimenti alla break dance, al rap e alla cultura hip-hop.

E chi ama il design e l’architettura? Sono molte le uscite editoriali che fanno al caso loro. Sono però soprattuto due quelle da segnare con l’evidenziatore. La prima è la spettacolare monografia di Gio Ponti edita da Taschen. In libreria dal 31 marzo, sarà in formato XXL e venduta in sole 4000 copie. Un viaggio in altissima risoluzione, realizzato in stretta collaborazione con l’Archivio Gio Ponti, per (ri)scoprire l’universo del grande designer italiano. Immagini inedite, approfondimenti, schizzi e progetti sviluppati nel corso di sei decadi per un progetto davvero mastodontico curato da Salvatore Licitra insieme a Stefano Casciani, Lisa Licitra Ponti, Brian Kish, Fabio Marino e Karl Kolbitz. Il secondo libro da non perdere è invece The Essential Louis Kahn, edito da Prestel e illustrato dagli scatti di Cemal Emden. L’attenzione qui si focalizza su oltre venti edifici progettati dall’architetto statunitense. Da Filadelfia, sua città d’adozione, al cuore del Bangladesh, tutta l’arte di Kahn riflette la passione che aveva per la scienza, la matematica, la storia e la natura. Il volume dedica ampio spazio ai suoi edifici più iconici tra cui Erdman Hall al Bryn Mawr College in Pennsylvania; l’Indian Institute of Management di Ahmedabad; lo Sher-e-Bangla Nagar a Dhaka, Bangladesh; e lo Yale Center for British Art a New Haven, in Connecticut. La raccolta poi si chiude con alcune delle dichiarazioni più illuminate dell’archistar di origine ebraica, secondo cui lo spazio non era altro che luce mentre la bellezza, semplicemente natura.

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