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Un nuovo studio conferma che il Covid-19 è più rischioso per chi è affetto da obesità
Stando a quanto emerso da uno studio recente che ha analizzato una serie di dati a livello globale, riunendo analisi svolte in Italia, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Cina, non solo l’obesità potrebbe comportare un maggior numero di complicazioni relative al Covid-19 – più di quanto si pensasse in precedenza, considerando inoltre che aumenterebbe il rischio di morte di quasi il 50 per cento – ma potrebbe anche rendere i vaccini contro la malattia meno efficaci. Secondo quanto sostiene il Guardian, la ricerca dovrebbe quindi comportare una maggiore pressione sui governi, così da sensibilizzare le popolazioni in materia di corretta alimentazione.
Basti pensare che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno alcuni dei tassi di obesità più alti al mondo, tanto che rispettivamente il 40 per cento e il 27 per cento della popolazione ne soffrirebbe. In generale, lo studio condotto dall’Università della Carolina del Nord rileva che le persone affette da obesità (e quindi con un indice di massa corporea superiore a 30), sono maggiormente a rischio di essere ricoverate in terapia intensiva a causa del Coronavirus (con il 74 per cento di probabilità in più rispetto alle persone normo peso). «Sapevamo che i rischi per chi soffre di obesità fossero maggiori, ma non ci aspettavamo di trovare una percentuale così alta», ha dichiarato Barry Popkin, il docente del dipartimento di nutrizione dell’Università che ha guidato la ricerca.
Tra i motivi ci sarebbero le patalogie di cui la maggior parte delle persone obese tende a soffrire, come apnea notturna, diabete di tipo 2, problemi cardiaci, difficoltà respiratorie. «Per questo possiamo dire quasi con certezza che anche se un eventuale vaccino riuscirebbe comunque a funzionare anche su di loro, lo farebbe più lentamente rispetto agli altri, e con risultati non sempre positivi».

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