Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
A New York viene esposto l’archivio personale di J.D. Salinger

«C’è una pace meravigliosa nel non pubblicare. È una sensazione pacifica», così scriveva J.D. Salinger. Non esiste, forse, nessun’altra frase che meglio esprima il pensiero dello scrittore americano, così schivo, per il quale «pubblicare è un’invasione tremenda nella mia privacy». A quasi dieci anni dalla sua scomparsa (27 gennaio 2010) e nell’anno in cui avrebbe compiuto 100 anni, si torna a parlare di Salinger grazie al lavoro di ricerca del figlio, Matt che ha setacciato il grande archivio paterno scegliendo il materiale più interessante che sarà esposto in mostra alla New York Public Library, dal prossimo 18 ottobre.
Come riporta il Guardian, la mostra, gratuita, che durerà tre mesi, comprenderà effetti personali e letterari, dal dattiloscritto originale di The Catcher in the Rye, alla libreria personale che Salinger teneva in camera da letto. Vi saranno inoltre fotografie d’infanzia, comprese quelle del suo servizio nell’esercito degli Stati Uniti, e informazioni sul tempo passato sulla nave da crociera MS Kungsholm. Pagine, oggetti, articoli d’infanzia e corrispondenze con gli amici, compagni di guerra e autori quali Ernest Hemingway.
«Era un uomo notoriamente privato, che ha condiviso il proprio lavoro con milioni di persone», ha continuato il figlio. «Eppure tutti i pensieri più intimi ha voluto tenerli solo per pochissime persone, incluso me. Ma so che là fuori è pieno di persone che si sono sentite, o si sentono, figli suoi, che hanno stretto con lui un rapporto profondo attraverso le sue storie. Meritano di conoscere».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.