Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
Una donna teneva un’opera di Cimabue appesa in cucina
Il Cristo deriso di Cimabue potrebbe valere fino a 6 milioni di euro. Secondo quanto riportato dal Guardian, è rimasto nascosto per anni in una casa di Compiègne, a nord di Parigi, dove la proprietaria lo teneva, appeso al muro, proprio sopra una piastra per cucinare. Il dipinto è stato autenticato come un quadro del grandissimo Cimabue (1240-1302) e sarà messo all’asta, a Senlis, il 27 ottobre. Quello del Cristo deriso è un tema tipico dell’iconografia cristiana: tra gli esempi più belli ci sono sicuramente le versioni di Giotto (1303-1305 circa) e Beato Angelico (1440 circa). La scena racconta uno degli ultimi, dolorosi momenti della vita di Gesù, quando dopo essere stato arrestato e giudicato, viene incoronato di spine, deriso e flagellato dagli sgherri dei sommi sacerdoti. Nella scena Cristo sopporta, con sofferenza ma anche rassegnazione, le offese che gli vengono fatte.

Il Cristo deriso di Cimabue è un’opera su legno di piccole dimensioni (25,8 cm su 20,3 cm), dipinta a tempera a uovo su fondo dorato. Stimato fra 4 e 6 milioni di euro, il dipinto faceva probabilmente parte di un grande dittico risalente al 1280 su cui erano rappresentate varie scene della Passione. Una di queste tavole è conservata nella bellissima Frick Collection di New York mentre un’altra è esposta alla National Gallery di Londra.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.