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Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

You e i nuovi modelli di mostri maschili

La nuova serie di Netflix lascia perplessi ma può anche appassionare.

11 Gennaio 2019

Avete cominciato a vedere You e siete perplessi? A qualcuno è parso un Harmony che, tra un ti amo e l’altro, si improvvisa thriller? Qualcun altro, per caso, odia la voce, spesso e volentieri narrante, del protagonista? Vi siete addirittura permessi di pensare che lei, Beck, l’oggetto del desiderio – forse del desiderio di un po’ troppi personaggi nel corso degli eventi – debba mettersi qualche giorno a dieta? Avete tutti ragione, eppure. Eppure si avverte un qualcosa in You che non si lascia liquidare così in fretta.

La serie è tratta dal romanzo omonimo di Caroline Kepnes pubblicato in Italia da Mondadori con il titolo Tu.

È proprio in questa roccaforte del buon gusto e delle buone letture – dove un tempo sarebbe apparsa una Julia Roberts a rimorchiare e a farsi perdonare un’esistenza vuota e superficiale – che vive, presuntuoso, il nuovo modello di mostro. Anzi, ci è cresciuto dentro e si è nutrito, non proprio spontaneamente, di tutto ciò che i suoi coetanei hanno snobbato. Joe rappresenta il passato e il passato è asocial, dunque asociale, dunque sociopatico e via dicendo. Del resto dove si può essere ancora mostri veri, mostri da favola, se non fuori dai social?

Il mostro di You non è apparso nel vuoto, il terreno era preparato. Già nelle sfumature di E. L. James si intravedeva la virata popolare al romanticismo nero in chiave di favola: amorale, a tratti melensa, astratta. Tutto accade non si sa dove e, anche se si intuisce, prevale la stilizzazione. Poi accade di tutto e non si capisce come, ma in nome dell’amore. Anche alle spalle di You c’è un romanzo, omonimo. L’autrice, Caroline Kepnes, è una penna accattivante, originaria del Massachusetts. Il libro, come anche la serie, ci conduce direttamente nella testa di Joe. Una testa malata, folle, ci mancherebbe, ma anche attraente? Leggendo il romanzo si sta dalla sua parte, nonostante tutto. Lo stesso presupposto, il nonostante tutto, anima la serie. Se in letteratura i cattivi soggetti ci piacciono da sempre e siamo a caccia, come diceva Capote in Preghiere esaudite, di mostri non rovinati, in tv l’empatia per un personaggio in cui è difficile riconoscersi non è così scontata, te la devi conquistare, gli autori di You se la sono cavata molto bene. Nella vita, poi, è un’altra storia ancora: stare dalla parte di uno come Joe è addirittura criminale. Ma come sarebbe che adesso ci piace questo stalker? Oltretutto saccente e che pretende di proteggerci. Ma a qualcuna, sì, piace Joe. Basta dare un’occhiata ai commenti per scoprire che a dozzine si chiedono se sia giusto o sbagliato tifare per lui, se si debba o meno censurare l’attrazione per questo pericoloso cavaliere.

Una scena di You

E veniamo a un altro caposaldo della serie: il grande ritorno della cavalleria. Joe è principe azzurro in pectore. La sua dama ovviamente non lo vede così e all’inizio lo ignora, comunque lo percepisce come innocuo, presa come è a farsi massacrare dal vecchio modello maschile di riferimento: l’uomo che ti ama poco o che ti ama troppo e male. Joe non appartiene assolutamente alla categoria patetica dell’amico forzato, non è la spalla su cui piangere che sotto sotto ci spera, e magari diventa ossessivo, viscido, no. Joe è senza macchia, i suoi non sono sotterfugi, ma tattiche quasi militari, di difesa prima ancora che di conquista. Là fuori, nel mondo insidioso, il cavaliere si batte per te, rubandoti il computer, prima del cuore. Non è che cadendo nella trappola di Joe, nello sdilinquirsi per questa specie di tutore, il più molesto che si possa immaginare, si finirà col riabilitare qualche vero mostro rovinato? Non sia mai, gli autori della serie ci tengono a ribadire la loro intenzione di smascherare l’incapacità di tenere a bada il romanticismo autolesionista. You rovescia il codice rosa, in effetti. L’incipit è da commedia romantica, un classico meet cute, ma l’illusione dura molto poco.

Infine, qualcuno sostiene che la passione del pubblico per Joe abbia radici squisitamente televisive: lo ama chi non riesce a dissociare Penn Badgley, l’attore che lo interpreta, da Dan Humphrey, il personaggio che lo ha reso celebre in Gossip Girl. Dan è il prototipo del ragazzo diverso e sensibile, l’opposto del rampollo fiero della sua ignoranza e sicuro di sé. Dunque, per sintetizzare, l’american psycho al momento è colto, cavaliere e tutore, con un retaggio di invidia sociale che lo sprona, entra e esce dagli appartamenti senza forzare serrature, perché siamo in una favola e non bisogna farsi tante domande. Ma è quella che vogliamo sentirci raccontare? Siamo sicure?

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