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Heart Lamp di Banu Mushtaq ha vinto l’International Booker Prize Per la prima volta vince un libro tradotto dal kannada, una delle principali lingue indiane, e per la prima volta una raccolta di racconti.
A Cannes è nato Dogma 25, un nuovo movimento “sequel” del Dogma 95 di von Trier e Vinterberg E che ha già ricevuto l'appoggio sia di von Trier che di Vinterberg.
Dopo Valeria Marquez, un’altra influencer sudamericana è stata uccisa in circostanze molto simili Anche Maria Jose Estupiñan è stata uccisa dopo aver aperto la porta a un fattorino che diceva di avere un pacco da consegnarle.
L’Unione europea sta lavorando a una legge sull’uso dei social da parte dei minori tra le più restrittive del mondo A partire dalla definizione di una "maggiore età digitale" che tutti i cittadini dei Paesi membri dovranno rispettare.
La serie tv tratta da Le schegge di Bret Easton Ellis ha finalmente un protagonista Dopo mesi di speculazioni, rinvii e cancellazioni, si è finalmente giunti a un accordo.
Il Festival di Sanremo resterà alla Rai, anche perché nessun altro lo ha voluto Al bando del Comune per l'organizzazione del Festival ha risposto solo un'azienda: la solita.
Per guarire dalla dipendenza dal telefono un sacco di gente sta comprando un metatelefono, cioè un pezzo di plastica a forma di telefono Tutto è iniziato su TikTok, con un video visualizzato più di 50 milioni di volte. E ora il metatelefono è sold out.
Pierpaolo Piccioli è il nuovo Direttore creativo di Balenciaga Debutterà alla fashion week di Parigi il prossimo ottobre.

Le 25 canzoni del New York Times che ci dicono dove sta andando la musica

09 Marzo 2018

Come ogni anno, il 9 marzo è il giorno in cui il New York Times ci dice dove sta andando la cultura musicale di questo momento. Ci sono 25 canzoni che indicano una nuova attitudine del pop nei confronti dei problemi sociali e segnalano uno scarto generazionale sempre più ampio. Nomi ormai conosciuti come Charli XCX e SZA, ma anche autori emergenti come John Jeremiah Sullivan, Angela Flournoy e Lizzy Goodman (nell’immagine), che hanno conquistato le orecchie degli adolescenti con un pop svuotato dell’autocelebrazione che aveva dominato la prima decade del millennio.

Uno dei migliori modi per captare le priorità e le preoccupazioni della società, dice Nitsuh Abebe sul Nyt, è quello di osservare quale fascia d’età traina musicalmente il resto della popolazione, e sembra che il centro gravitazionale del pop si stia spostando rapidamente dai nati negli anni 90 (ormai sulla soglia della trentina) agli adolescenti di adesso. Si sta consumando l’era di Drake, Justin Bieber, Rihanna e Beyoncé (quest’ultima ormai diventata oggetto di culto più che di ascolto), un’ondata di pop grintoso, energico e a volte autoreferenziale. Gli artisti che stanno emergendo sembrano mostrarsi invece più vulnerabili, parlano di dubbi e di fallimenti, e lo fanno in modo moralmente ed esteticamente opposto rispetto ai grandi nomi che hanno accompagnato l’adolescenza degli attuali ventenni.

Da Gucci Mane a Camila Cabelo, passando per il canale youtube di Jake Paul, la schiera dei nuovi personaggi del pop sembra usare gli anti-depressivi un po’ come facevano le vecchie rockstar con l’eroina. Così, mentre qualche ventenne si interroga sull’interpretazione politica dei video di Beyoncé, i nuovi fan del pop sono fissati con i cantanti tatuati in faccia, ingoiano Xanax e incendiano cose solo per il gusto di farlo. Il nuovo pop, riassunto nelle 25 canzoni del Nyt, è la naturale conseguenza del precedente, una risposta un po’ menefreghista alla disperata ricerca di attenzione dei vecchi modelli musicali.

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