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La storia del turista norvegese respinto dagli Stati Uniti per un meme su Vance sembrava falsa perché effettivamente lo era Non è stato rimpatriato per le foto salvate sul suo cellulare, ma semplicemente perché ha ammesso di aver consumato stupefacenti.
In Giappone è stato condannato a morte il famigerato “killer di Twitter” Takahiro Shiraishi è stato riconosciuto colpevole degli omicidi di nove ragazze. Erano tre anni che nel Paese non veniva eseguita nessuna pena capitale.
Per sposarsi a Venezia e farsi contestare dai veneziani Bezos ha speso almeno 40 milioni di euro Una cifra assurda che però non gli basta nemmeno per entrare nella Top 5 dei matrimoni più costosi di sempre.
È uscito il primo teaser di Bugonia, il film in cui Yorgos Lanthimos parla di alieni e complottisti Il film arriverà nella sale italiane a novembre e, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe essere tra quelli in concorso a Venezia.
Anna Wintour ha annunciato che non sarà più la direttrice di Vogue America Ma ovviamente non ha alcuna intenzione di smettere di lavorare: resterà global editorial director di Vogue e la global chief content officer di Condé Nast.
Macron ha detto che vuole far diventare la musica elettronica francese patrimonio Unesco La musica elettronica l'abbiamo inventata noi. Solo noi abbiamo quel French Touch», ha detto, dando l'annuncio in un'intervista radiofonica.
Se c’è un posto che non soffrirà mai di overtourism è certamente il resort appena inaugurato da Kim Jong-un in Corea del Nord Il supremo leader ha partecipato alla cerimonia di apertura e si è divertito a guardare degli uomini che volavano giù dagli scivoli ad acqua.
È morta a 91 anni Lea Massari, la diva che abbandonò il cinema Dopo aver lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, si ritirò a vita privata 30 anni fa e non tornò mai più a recitare. 

“Occhio all’Arizona”

Il partito repubblicano, il voto latino e il rischio di un effetto boomerang alle presidenziali

27 Febbraio 2012

Domani si vota in Michigan e Arizona: è l’ultima tornata elettorale prima del Super Tuesday. Romney è in testa con un ampio vantaggio (ha 105 delegati, contro i 71 di Santorum e i 29 di Gingrich) ma la corsa è ancora lunga: per assicurarsi la candidatura Repubblicana alle presidenziali di delegati ne servono 1144 – il che significa, da un punto di vista matematico, che prima della data fatidica del 6 marzo è impossibile trarre conclusioni.

Alcuni commentatori, tuttavia, sono convinti che l’appuntamento di domani in Michigan e Arizona sarà cruciale. Non solo per la corsa alla candidatura repubblicana (la tesi? “Romney ha buone chance, ma se Santorum riesce a batterlo è davvero spacciato”), ma anche per le presidenziali di novembre (del tipo: “per colpa dell’Arizona i candidati Repubblicani stanno andando così a destra che rischiano di perdere i moderati”).

Abbiamo scelto di riportare le analisi di due fonti che si collocano alle due estremità opposte dello spettro politico statunitense.

“Se Romney perde sia in Arizona che in Michigan, per lui è finita”

John Nichols su The Nation

Premesso che Romney ha buone possibilità di vincere sia in Arizona che in Michigan, o anche in entrambi gli Stati, “soprattutto grazie alla candidatura di Gingrich”, nel caso a vincere entrambe le primarie fosse Santorum, le cose per Romney si metterebbero veramente male.

“Se dovesse perdere sia in Michigan che in Arizona, a questo punto sarebbe Santorum ad avere l’abbrivio” il che farebbe di lui il candidato favorito al Super Tuesday. Un’indagine Nyt/Cnn dà Romney e Santorum assai ravvicinati in Arizona (36 e 32 % rispettivamente) mentre alcuni sondaggi danno Santorum in vantaggio di qualche punto in Michigan. Nichols sostiene che una duplice sconfitta è un’ipotesi non del tutto improbabile, che “significherebbe la fine della candidatura di Romney”.

“Tenete d’occhio l’Arizona, sarà una sorpresa” (Sì, ma per Obama)

Juan Williams su Foxnews.com

Da due anni, l’Arizona è terreno di scontro con il governo federale di Washington per una controversa legge sull’immigrazione, la più dura degli Stati Uniti. Chi più, chi meno, tutti i principali candidati Gop hanno espresso il loro sostegno ad essa – nell’ultimo dibattito Romney ha addirittura definito l’Arizona “un modello” nella lotta all’immigrazione clandestina.

La tesi di Williams è che questo posizionamento a destra, presumibilmente nato dal tentativo di accaparrarsi i voti della base repubblicana, rischia di trasformarsi in un boomerang durante le elezioni presidenziali, dove il voto latino sarà importante.

“Ci sono quasi 800 000 elettori ispanici in Arizona – la quinta comunità votante ispanica più grande del Paese. Per darvi un’idea, la California è al primo posto con 5,4 milioni. Circa il 20 per cento degli aventi diritto in Arizonasono sono Latino.” In altre parole, il Grand Old Party rischia di perdere uno Stato tradizionalmente conservatore: “Guarda i numeri che usciranno in Arizona martedì con attenzione. Lo Stato può finire per essere la sorpresa del 2012.”

(Photo by Ethan Miller/Getty Images)

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