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Due Stati tedeschi si rifiutano di cambiare le date delle vacanze degli studenti in base a una legge che prevede che in quel periodo i ragazzi lavorino nei campi Un sistema degli anni ’60 assegna a Baviera e Baden-Württemberg i giorni di chiusura migliori, sempre e comunque. Ma ora gli altri Stati non ne vogliono più sapere.
Persino Trump adesso dice che la teoria del complotto su Epstein è «una ca**ata» Potrebbe centrare il fatto che ora è lui quello accusato di essere negli Epstein Files che i suoi sostenitori vogliono vedere pubblicati.
Molte persone stanno commentando il teaser di Stranger Things 5 dicendo che è passato così tanto tempo che ormai non si ricordano più niente A regnare nelle reazioni al promo del gran finale della serie Netflix sembra essere la confusione: cosa è successo prima del lungo stop?
Si è scoperto che gli Houthi si finanziano vendendo armi sui social Un'inchiesta del Tech Transparency Project ha rivelato centinaia di gruppi e profili coinvolti nel traffico di armi sui social. A quanto pare, senza che nessuno finora si accorgesse di nulla.
È uscito il primo trailer di After the Hunt, il prossimo film di Luca Guadagnino Protagonisti Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri. Esce il 16 ottobre, data per la quale Guadagnino ovviamente avrà girato almeno altri due film.
Il cagnolino Krypto di Superman è talmente adorabile che ha fatto aumentare del 500 per cento le richieste di adozioni di cani negli Usa Un altro successo del film diretto da James Gunn.
Il Premier francese Bayrou ha detto che per risanare il debito pubblico i francesi dovranno lavorare anche a Pasquetta E anche l'8 maggio, giorno in cui si festeggia la fine della Seconda guerra mondiale. Tutto per aumentare la produttività e sistemare i conti.
Nemmeno Martin Scorsese riusciva a credere di essere stato candidato all’Emmy come attore Per l'interpretazione di se stesso nella serie The Studio si è guadagnato la prima nomination a un premio da attore della sua vita, a 82 anni.

Cosa è successo all’uomo che ha mandato il falso allarme nelle Hawaii

16 Gennaio 2018

La notizia è ormai ben nota: la mattina di sabato 13 gennaio su tutti i cellulari delle Hawaii è apparsa una notifica che avvisava dell’arrivo di un missile. «Cercate immediatamente rifugio», diceva il messaggio. «Questa non è un’esercitazione». E invece lo era, anzi, peggio: si trattava di un vero e proprio errore. Non solo: gli abitanti e i turisti terrorizzati sono stati avvertiti del falso allarme dopo ben 38 minuti. Lo spavento si è trasformato in rabbia. Una situazione molto delicata, che per vari motivi (come fa notare questo articolo del New York Timesrischia di ripercuotersi sul governatore delle Hawaii, il sessantenne David Y. Ige, già “politicamente a rischio”.

Ma la domanda che viene da farsi è: chi è stato? E cosa gli succederà adesso? Lo racconta sempre il Nyt, in un altro articolo. Il responsabile del misfatto è un impiegato della Hawaii Emergency Management Agency, che dopo 10 anni di encomiabile servizio, sabato mattina ha commesso un errore. Stava programmando un’esercitazione interna di routine e, semplicemente selezionando l’opzione sbagliata da un menù a tendina, invece che su “test di allarme missilistico” ha cliccato su “allarme missilistico”. Il fatto è stato raccontato da Richard Rapoza, l’ufficiale per le informazioni pubbliche dell’agenzia: una volta selezionata l’opzione errata, l’impiegato ha ricevuta una richiesta di conferma e, probabilmente per distrazione, ha confermato l’invio dell’avviso.

US-HAWAII-SECURITY-POLITICS-DEFENCE

Quel che è certo è che nei confronti dell’uomo non verranno presi provvedimenti troppo drastici. Niente licenziamento, insomma. L’impiegato verrà semplicemente riassegnato a un diverso settore dell’azienda, dove non dovrà più avere a che fare con il sistema di emergenza. Il suo nome rimarrà segreto per impedire ripercussioni sulla sua persona. «Come potete immaginare, è mortificato», ha commentato Rapoza. «Ma non possiamo rovinare la vita a un uomo solo perché ha commesso un errore». «Il vero problema», ha aggiunto Vern Miyagi, l’amministratore dell’agenzia, «non è che qualcuno abbia commesso un errore, ma che, per come è organizzato il programma, risulti troppo facile per un semplice errore avere conseguenze molto gravi. Il sistema avrebbe dovuto essere più solido e io non permetterò che un individuo paghi per un problema del sistema».

Foto Getty
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