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03:32 venerdì 28 novembre 2025
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".
Secondo una ricerca dell’università di Cambridge l’adolescenza non finisce a 18 anni ma dura fino ai 30 e oltre Secondo nuove analisi neuroscientifiche, la piena maturità cerebrale degli adulti arriva molto dopo la maggiore età.
I fratelli Duffer hanno spiegato come settare la tv per guardare al meglio l’ultima stagione di Stranger Things I creatori della serie hanno invitato i fan a disattivare tutte le “funzioni spazzatura” delle moderne tv che compromettono l'estetica anni '80 di Stranger Things.
L’incendio di Hong Kong potrebbe essere stato causato dalle tradizionali impalcature in bambù usate nell’edilizia della città Le vittime accertate sono 55, ci sono molti dispersi e feriti gravi. Sembra che il rogo sia stato accelerato dal bambù usato nei lavori di ristrutturazione.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.

Punto XXX

Breve storia di un dominio da poco entrato in vigore, soltanto ufficialmente relegato all'erotismo

25 Gennaio 2012

L’effettiva libertà e anarchia di internet, argomento grosso grasso e vetusto – non ancora risolto, e forse mai risolvibile. I confini ci sono, non ci sono, dove sono, sono giusti, sono sbagliati, eccetera. A dicembre 2011 nasce (crescerà forte e robusta nei mesi a venire, o rimarrà un germoglio rachitico?) l’ultima polemica del caso: l’Icann – Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – approva dopo anni la nascita del dominio a scopo porno-erotico chiamato .xxx (dot triple ex, per gli apprendisti anglofoni). L’intento? A una prima occhiata, sembrerebbe quello di categorizzare sotto un’unico tetto la maggioranza dei siti con contenuti “da adulti”, siano essi indirizzati a un pubblico etero- , omo- , bi- , e via continuando con la giungla di prefissi, acronimi e vocaboli dedicati a quella sfera. Si parla di una delle fette più importanti dell’intero mercato web: come le “fat bottomed girls” per il rock, il porno è uno dei principali fattori che fa girare il mondo dell’internet, da sempre corsia preferenziale per i bisogni più elementari dell’essere umano. Date un’occhiata ai domini più costosi di sempre: al secondo posto c’è proprio sex.com (venduto nel 2006 per 14 milioni di dollari), seguito poco dopo da porn.com, beer.com, casino.com e freeporn.com.

Il fatto singolare, per quanto riguarda il dominio .xxx, è innanzitutto il costo della registrazione: mentre la media dell’oceano internet spazia dai due ai dodici dollari di media, comprare uno spazio a tre ics ne costa addirittura 99. Potrebbe ciò scoraggiare i gestori di siti pornografici dall’abbandonare il dot com? Certo, ma il punto è un altro. Risulta sempre più chiaro, con il passare del tempo, che il fine principale del neonato suffisso web non è tanto la ghettizzazione di certi siti – con relativa facilità di censura, quindi, da parte di qualsivoglia organo statale – bensì la possibilità di accumulare soldi facili. Ancora nebbia? Arrivo subito al dunque. Eccezion fatta per qualche sito attivo ma del tutto innocuo (cioè piccolo, lontano anni luce dai numeri di un Youporn o Tubegalore), i maggiori introiti del nuovo dominio arrivano da privati, vip, università, società, banche. Nella pratica, l’invenzione delle tre x si sta configurando come un grosso ricatto di successo. E l’idea paga. Per prevenire utilizzi eterodossi del proprio nome (e della propria immagine, quindi) istituzioni e personalità si sono affrettati o si stanno affrettando a comprare il relativo dominio a tre x. Avete presente il grande copione complottista del tipo “il cattivo crea il virus per poi vendere l’antidoto e diventare ricco”? Per caso o per malizia, l’operazione .xxx si è trasformata nella variante informatica di quella sceneggiatura. Al punto che gli interessati compratori di uno spazio vengono accolti sul sito GoDaddy.com con un copy molto poco concettuale: «Secure your brand. Protect your reputation. Perhaps you’d like to create an adult entertainment website. Or maybe you’re here to keep your brand from being registered as a .xxx by someone else». La Kansas University ha preso il consiglio alla lettera e ha speso – dichiarazioni ufficiali – più di 3000 dollari in dominii, compresi KUgirls e KUnurses, ovviamente seguiti dal maligno suffisso. C’è un precedente, d’altronde, che insegna: fino al 2004 l’indirizzo whitehouse.com corrispondeva a un sito pornografico. Oggi la Casa Bianca si è già premunita contro il nuovo dominio, invece. A differenza di… digitate governo.xxx per provare.

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