Hype ↓
09:07 sabato 12 luglio 2025
I Talebani hanno fatto un assurdo video promozionale per invitare i turisti americani a fare le vacanze in Afghanistan Il video con la sua surreale ironia su ostaggi rapiti e kalashnikov, mira a proporre il paese come meta di un “turismo avventuroso”.
Justin Bieber ha pubblicato un nuovo album senza dire niente a nessuno Si intitola Swag e arriva, a sorpresa, quattro anni dopo il suo ultimo disco, anni segnati da scandali e momenti difficili.
Damon Albarn ha ammesso che la guerra del Britpop alla fine l’hanno vinta gli Oasis Il frontman dei Blur concede la vittoria agli storici rivali ai fratelli Gallagher nell’estate della loro reunion.
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

Less is more: contro il 3D

L’industria del cinema ha visto nel 3D lo strumento ideale per battere la crescente concorrenza (e qualità) della televisione. Fino all’eccesso, e ai problemi di costi.

29 Ottobre 2013

Inversione di tendenza? Speriamo. Ormai gli occhialini per il 3D, consegnati alle anteprime stampa, mettono di malumore. Non solo perché imperano gli usa e getta, di scarsa qualità rispetto ai modelli da riconsegnare e disinfettare (son “veicolo di germi” come ogni cosa, inclusa la tastiera del computer). La luminosità dello schermo si riduce, se vediamo un film horror sappiamo che brandelli di carne sanguinolenta verranno scagliati verso lo spettatore. Se vediamo un film non horror, è certo che il regista metterà qualcosa tra noi e i personaggi, onde giustificare l’uso della nuova tecnologia. Una comparsa di nuca, per esempio. Torna in mente la battuta di Dino Risi su Nanni Moretti: «scansati e fammi vedere il film».

I segnali ci sono. Entertainment Weekly dedica un articolo alla crisi del 3D, che nel giro di cinque anni ha visto gli incassi crollare. Nel 2009, gli spettatori che sceglievano di vedere il film con gli occhialini e il sovrapprezzo erano il 70%. Oggi le case di produzione esultano se tocca il 40%. Per stare agli ultimi titoli: Il grande Gatsby di Baz Lurhmann e World War Z di Mark Foster sono sotto di sette punti. I film di animazione oscillano dal 31% di Monster University (targato Pixar-Disney) al 25% di Turbo (DreamWorks): son titoli che si vedono in famiglia, i soldi in più pesano. «Non conosco nessuno a cui i film in 3D piacciano davvero. Ed è insensato far pagare un extra per qualcosa che nessuno chiede». Il nemico del 3D è Christopher Nolan, che infatti ha girato Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel tradizionale 2D. “Piace ai giovani” distogliendoli da Netflix (nei fortunati paesi che ne godono) e dalla pirateria su internet (nelle periferie dell’impero che si arrangino). Così rispondono i cultori della tecnologia, che non attrae soltanto registi da blockbuster.

Wim Wenders ha girato in 3D il suo documentario su Pina Bausch. Werner Herzog lo ha usato per The Cave of Forgotten Dreams, vero e proprio autogol. Il bisonte disegnato sulla parete dal cavernicolo dava infatti benissimo l’illusione del movimento (come il cagnolino dipinto da Umberto Boccioni). Davanti a un film nessuno ha mai pensato “oddio come è piatto”. Le tre dimensioni le abbiamo in testa, e anzi ci sembrano più “naturali” dell’artificioso 3D, usato davvero bene da pochi registi. Tra questi, Ang Lee in Vita di Pi e Henry Selick in Coraline, tratto da Neil Gaiman. Fuori dal pianeta Pandora, era fastidioso perfino Avatar, il film che lanciò la moda (e non solo: le sale hanno fatto grossi investimenti, per questo temiamo che la vita del 3D possa prolungarsi oltre la sua scadenza naturale). Figuriamoci cosa accade con i film che vengono riconvertiti in corso d’opera. Tra riprese a 48 fotogrammi al secondo e immagini in rilievo, Hobbit – un viaggio inaspettato di Peter Jackson aveva le proporzioni sballate e i nanerottoli che parevano di plastica.

Jeffrey Katzenberg – fondatore con Steven Spielberg della DreamWorks dopo aver lasciato la Disney, quindi padre dell’orco Shrek – paragona la rivoluzione del 3D all’avvento del sonoro. Esagerando. Se non altro perché i film tridimensionali hanno fatto la loro prima comparsa negli anni 50. Nel Delitto perfetto di Hitchcock (Grace Kelly afferrava le forbici proprio sotto il naso dello spettatore) o nel Mostro della laguna nera. Gli occhialini erano in cartone, con una lente rossa e una lente verde. Gli esperimenti durarono pochissimo, ovviamente non servirono per battere la concorrenza della nascente televisione.

Anche oggi la tv è il rivale da battere. Non perché porta il mondo nel salotto di casa (questa è preistoria). Perché ha combattuto per guadagnarsi i suoi spettatori, puntando su storie appassionanti. Nel 2009 I Soprano erano finiti da due anni: l’industria del cinema ha avuto bisogno di tempo per intercettare il fenomeno e correre ai ripari. Ora perfino il pioniere James Cameron sostiene che L’uomo d’acciaioIron Man 3 delle tre dimensioni potevano fare a meno: 150 milioni di dollari spesi per gli effetti speciali bastano. Meno 3D, quindi, da usare solo quando serve. Siamo d’accordo, anche se lo preferiremmo fuorilegge, o almeno in moratoria. Titanic, anche da piatto, era molto più appassionante degli stucchevoli indigeni blu con le treccine.

Dal numero 16 di Studio

Immagine a cura di Filippo Nicolini

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.