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09:52 mercoledì 31 dicembre 2026
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

Cosa succede a Belfast (e in Irlanda)

15 Luglio 2011

Senza nessuna volontà polemica e/o politica ma solo per questioni di spazio, la parola “Irlanda” del titolo di questo pezzo si riferisce sia a quella del Nord sia all’Eire. Negli ultimi giorni i media italiani e più in generale europei sono tornati a focalizzarsi su un problema che ogni tanto salta fuori da sotto al tappeto, un problema che in generale si crede più o meno risolto: la questione irlandese. Il problema non riguarda solamente la convivenza tra Unionisti e Indipendentisti, ma coinvolge anche la parte repubblicana dell’isola. Negli ultimi tre giorni, dicevo, i maggiori quotidiani anche italiani hanno riportato le notizie degli scontri di Belfast. In particolare, le proteste e i successivi scontri sono figli dell’annuale Orange Walk del 12 luglio, una celebrazione composta da una serie di marce (da aprile ad agosto) che interessa i maggiori gruppi protestanti del Regno Unito. Specialmente in Irlanda del Nord, in minor misura in Scozia, e occasionalmente in Irlanda e Inghilterra, mentre nel resto del Commonwealth la pratica è caduta in disuso. Da sempre, dopo i famosi Troubles, le marce dell’Orange Order sono a rischio scontri e disordini; le provocazioni, sia da parte degli Unionisti che da parte dei Repubblicani, sono sempre estremizzate. Ma quest’anno la situazione è nettamente peggiore rispetto alle precedenti manifestazioni: proviamo a cercare dei motivi, senza alcuna presunzione di spiegare un sentimento e un movimento popolare così importante.

Innanzitutto i nuovi “riots”, quelli del 2011, non sono cominciati l’11 luglio ma tre settimane prima, il 20 giugno. Ci sono stati scontri tra fazioni opposte e polizia per due giorni, e la causa, come spesso accade, è stata la provocazione di un nutrito gruppo di giovani protestanti che hanno “assaltato” il quartiere-enclave cattolico di Short Strand, sempre a Belfast. Oltre ai “soliti” mezzi come bastoni, pietre, fuochi d’artificio, molotov, in quell’occasione hanno fatto la loro (ri)comparsa anche le pistole, e sono stati sparati colpi d’arma sia da una parte che dall’altra. Un fotografo è stato ferito da un proiettile a una gamba. La notte successiva gli scontri si sono ripetuti, coinvolgendo quasi mille persone. Solo il 22 giugno si è giunti a un compromesso tra rappresentanti delle diverse comunità, politici e polizia. Altri scontri sono divampati il 1 luglio e il 9. Gli scontri degli ultimi giorni sono con tutta probabilità figli di questa escalation di tensione, e la coincidenza con l’Orange Walk ha reso più semplice (e ha offerto un ottimo pretesto) la diffusione del malcontento popolare.

Un altro particolare che in molti sottovalutano (tranne Stefano Nazzi dal suo blog per ilpost.it) è l’anniversario, il trentesimo, della morte di Martin Hurson, giovanissimo militante dell’Ira morto durante il celebre Hunger Strike del 1981. Ebbene, quest’anno sono passati trent’anni, dalla morte di Martin (proprio il 13 luglio) e da quella, più “famosa”, di Bobby Sands. In un articolo del Belfast Telegraph del 15 aprile, il Chief Constable della polizia della capitale nordirlandese aveva predetto: «We are very mindful there are some pretty key dates coming up». Si riferiva, in particolare, alla visita della Regina sull’isola, iniziata il 17 maggio e durata quattro giorni (dopo un secolo dall’ultima comparsa di un monarca del Regno Unito in Irlanda). Baggott si dichiarava preoccupato per la serie di eventi chiave che include(va), oltre ai sopracitati anniversari e la visita reale, il matrimonio di Kate Middleton e William, le elezioni, le Olimpiadi. E stava indagando su un controverso omicidio, quello del poliziotto cattolico Ronan Kerr, ucciso da una bomba piazzata sotto la sua vettura. L’assassinio di Kerr, si crede, è stato un avvertimento ai cattolici per non arruolarsi nella polizia nordirlandese. L’arrivo della regina, si sa, è stato “festeggiato” con il disinnesco di una bomba (oltre che condito da proteste praticamente ovunque, più o meno violente).

Un’ultima cosa, che ignorano in molti: l’Irlanda del Nord è uno dei pochissimi paesi del mondo occidentale (perdonate l’espressione) ad avere muri (Peace lines, le chiamano) a dividere i quartieri cattolici e protestanti delle varie città. Il più importante è a Belfast, quello che divide le storiche Shankill Road e Falls Road (rispettivamente enclave protestante e cattolica). E quando, nel 2008, si parlò dell’abbattimento di tutte le barriere, entrambi i gruppi religiosi si opposero fortemente. Questo non è un dettaglio.

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