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04:17 giovedì 11 dicembre 2025
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrate dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui per gestire lo stress invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.

Il punto nel mondo più lontano da uno Starbucks

28 Maggio 2014

Esistono sempre più app geolocalizzate che ci permettono di individuare ristoranti, bar e tavole calde nelle nostre vicinanze, ma nulla vieta di ribaltare la prospettiva. E se volessimo raggiungere il posto più lontano – per esempio – da qualsiasi Starbucks presente sulla Terra? Dovremmo essere pronti a volare in Sud Africa e, una volta giunti lì, a navigare nell’Oceano Indiano. Proprio lì, a 4.787 miglia sia da uno Starbucks di Melbourne che da uno di Rio de Janeiro e da un altro a Bogor, si trova il punto più distante del pianeta da qualsiasi store del frappuccino.


Un articolo sull’Atlantic spiega in modo dettagliato il successo mondiale di Starbucks, di come una caffetteria nata a Seattle sia diventata una multinazionale capace di conquistare anche il pubblico asiatico. Non a caso la più alta concentrazione di sedi della catena americana è a Seoul: la capitale della Corea del Sud vanta 284 coffee store, sette in più di New York. Grazie a questa abbondanza molte metropoli possono essere “mappate” semplicemente sapendo dove e quanti sono gli Starbucks che ospitano: dato che le sedi del marchio si trovano, letteralmente, in ogni angolo delle città, basta segnarne la posizione su uno sfondo e, più o meno automaticamente, si potrà intuire anche la forma della città in questione. I grafici sono stati realizzati da Quartz.

Mochaccini e  smoothie di vario tipo sono arrivati in 63 paesi del mondo, mentre sono introvabili in tutti i 49 stati dell’Africa sub-sahariana, in Asia centrale ed Europa dell’Est. Oltre che in Italia. A differenza di quanto ci si aspetterebbe, a detenere il primato di maggior numero di store Starbucks in rapporto alla popolazione non sono gli Usa ma il Canada: ci sono circa 40 caffetterie per ogni milione di cittadini canadesi.

(via)

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