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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

La pornodipendenza non è una dipendenza

14 Febbraio 2014

Molto probabilmente avrete sentito parlare della “dipendenza dalla pornografia“, oppure dell'”emergenza della pornografia in rete”. Insomma, si parla di gente che passa un sacco di tempo su siti porno, tema che periodicamente si guadagna qualche pagina di giornale nonché qualche celebre parodia (vedi “the Internet is for porn“, una delle canzoni più celebri del musical Avenue Q, cantata da un pupazzo in stile Muppets che soffre da presunta porno-dipendenza).

Ebbene, adesso possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo: la dipendenza da porno online non esiste. Cioè, di gente che passa un sacco di tempo sui siti porno è pieno, ma la loro non può essere classificata come dipendenza. Questa è la conclusione cui sono giunti David Ley, psicologo clinico, Nicole Prause, ricercatrice di neuropsichiatria della UCLA, e Peter Finn, docente di psicologia all’università dell’Indiana.

I tre hanno recentemente pubblicato uno studio, intitolato “The Emperor Has No Clothes: A Review of the ‘Pornography Addiction’ Model”, sul giornale scientifico Current Sexual Health Reports, in cui sostengono che quello della dipendenza dal porno è un mito alimentato, in parte per ragioni economiche, sulla base di ricerche inconsistenti.

Da tempo, sostengono i tre ricercatori, circolano molti articoli secondo cui guardare troppo porno su Internet causerebbe gravi danni alla qualità della vita, nonché alla saluta sessuale (tra le teorie sentite finora: guardare porno online riduce la capacità erettile nei maschi). Dopo averli analizzati, però, i ricercatori si sono accorti che di tutti gli articoli recenti, soltanto il 27% era basato su dati empirici. E anche in quei casi, si tratta spesso di dati raccolti in modo non scientifico.

(via)

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