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Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.
Per la prima volta è stata pubblicata la colonna sonora di Una mamma per amica In occasione del 25esimo anniversario della serie, su tutte le piattaforme è arrivata una playlist contenente i migliori 18 brani della serie.

Quello che le TV tradizionali dovrebbero imparare da Netflix

04 Agosto 2014

Nel 2013 i grandi network americani hanno realizzato ben 146 “episodi pilota”, ossia episodi singoli che vengono realizzati prima di procedere alla realizzazione di una nuova serie televisiva. Di questi 146 “piloti” però soltanto poco più di un terzo (56, per l’esattezza) sono andati in porto.

Se si tiene conto che, sempre nel 2013, le TV statunitensi hanno speso la bellezza di 400 milioni di dollari nella produzione di “episodi pilota”, ci si rende conto che questo modello è probabilmente troppo costoso.

Alcuni infatti ritengono che realizzare un episodio pilota per decidere la fattibilità di una serie è un metodo troppo costoso e, soprattutto, obsoleto, in un’era in cui i network possono attingere a una vasta marea di dati per ricostruire i gusti e i desiderata del pubblico.

Così, per esempio, fa Netflix, il colosso dello streaming a pagamento. Che non commissiona “pilot” bensì decide a tavolino se realizzare una serie o meno in base a un algoritmo che incrocia i dati sulle preferenze degli utenti. I creatori di House of Cards si sono rivolti a Netflix proprio perché tutte le reti concorrenti chiedevano di realizzare un pilota (la storia è raccontata più nel dettaglio qui).

Sul Guardian Aki Tsuchiya, che si occupa proprio di analisi dei Big Data, suggerisce anche ai network tradizionali dovrebbero seguire il modello Netflix e bypassare la produzione di episodi pilota.

(via)

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