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Perché a Twitter non è più permesso di andare fuori uso

Uno dei mostriciattoli più conosciuti e noti tra gli utenti di Twitter è la cosidetta fail whale, ovvero l’illustrazione di una balena azzurra che viene sollevata dal mare da degli uccellini.

L’opera (realizzata da Yiying Lu) compare durante i periodi di sovraccarico medio-lunghi del sito e le sue numerose apparizioni hanno contribuito a renderlo noto per la sua caducità. Negli ultimi anni, infatti, il social network ha vissuto un’espansione veloce e robusta in tutto il mondo, ed è andato “in panne” in molte occasioni. Negli ultimi mesi, le apparizioni della balena sono diminuite ma l’insidia rimane, ed è un problema: non solo perché il sito dei cinguettii ha compiuto da poco otto anni (è nato nel marzo del 2006) ma soprattutto perché è ormai parte integrante del dibattito che si forma continuamente online. Dagli argomenti più frivoli a quelli di rilevanza mondiale, milioni di persone si informano, protestano e comunicano via tweet. In un mondo in cui i 140 caratteri sono diventati così importanti, quindi, la Balena del Sovraccarico deve scomparire.

Secondo Matt Buchanan di BuzzFeed, infatti, il social network fa ormai parte del gruppo dei Grandi, quei Grandi della Rete famosi per essere sempre accessibili e veloci: «Provate a immaginare Internet senza Google, Yahoo! o Bing. Difficile, vero?», scrive il blogger. La fragilità del social network diventa una questione cruciale se si pensa a Facebook, noto per andare “down” molto raramente. Un confronto: quando il 6 marzo scorso il sito fondato da Mark Zuckerberg è andato fuori uso per poche ore in Europa e Medioriente, l’evento è stato talmente sorprendente da diventare una notizia. Quando la stessa cosa succede a Twitter, tutto rientra nella (fastidiosa) normalità e agli utenti non resta che cercare di capirci qualcosa direttamente dall’azienda stessa, o dal sito “Is Twitter Down?“, che monitorano le condizioni del social network in tempo reale.

I creatori di Twitter ci hanno messo anni per entrare nel club di chi conta nel web ma da grandi poteri derivano enormi responsibilità. Recentemente la società è arrivata a definirsi “più veloce di un terremoto”

 

e non può più farsi scudo con l’aura da start up di cui ha goduto finore. Ora è costretta ad agire da gigante della Rete, garantendo ai suoi milioni di utenti un servizio degno di questo status.

Conclude Buchanan:

Quindi, congratulazioni, Twitter, (…) sei diventato essenziale. Ciò significa, però, che non puoi più essere meno veloce dei terremoti, non puoi più fare a meno di informarci sulla morte della prossima celebrità prima degli altri media, non puoi più non esserci quando la gente avrà bisogno di te. Insomma, non ti è più permesso di romperti.