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Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

Sempre più video su Facebook. YouTube deve preoccuparsi?

20 Ottobre 2014

Cresce il numero di video postati direttamente su Facebook, diminuisce quello di video caricati su YouTube, e successivamente linkati sul social network. Questo è uno dei risultati di uno studio recentemente condotto da Socialbakers, una società di social media analytics, a partire da 180 mila contenuti video condivisi su 20 mila pagine Facebook negli ultimi 12 mesi.

Come si può vedere da questo primo grafico la maggior parte dei video condivisi sul social network provengono da YouTube, e cioè non sono video “nativi” di Facebook. Tuttavia il numero di questo genere di contenuti è in calo (vedi linea rossa). Mentre sta aumentando, e non di poco, il numero di video nativi, cioè postati direttamente dagli utenti sul social network con l’apposita funzione “carica video” (vedi linea blu). Seguono stabili, e a molta distanza, i video caricati da “altre fonti”, da Instagram e da Vimeo.

Non solo: i video nativi godono di una frequenza di interazione molto maggiore su Facebook, rispetto a quelli caricati da una fonte esterna come Youtube. La tendenza, che si può vedere dal secondo grafico, dovrebbe preoccupare YouTube. Così almeno sostiene Jan Rezab, amministratore delegato di Socialbakers, intervistato da Forbes.

Secondo Rezab il vantaggio di Facebook nell’engagement degli utenti sta spingendo brands e celebrities a concentrare i loro sforzi promozionali sui video nativi: «È molto più facile laikare, commentare e interagire [con questi contenuti]. Abbiamo già esempi specifici di brands che prima condividevano solo video su YouTube e hanno iniziato a condividere solo video di Facebook». Rezab sostiene che il social network sta «diventando il principale luogo dove la maggior parte delle persone scopre contenuti video». E aggiunge: «Per YouTube è una cattiva notizia: se fossi in loro mi preoccuperei».

Alcuni sostengono che sia stato l’Ice Bucket Challange ad aiutare Facebook a mettersi in competizione con YouTube. Ma Rezab è scettico rispetto a questa interpretazione: «Non è un’anomalia statistica», ha detto riferendosi all’aumento dei video nativi, ma piuttosto una tendenza destinata ad andare avanti.

(via)

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