Cose che succedono | Attualità

America, 1896

Walter McClintock, laureato a Yale nel 1891, aveva trovato dopo pochi anni lavoro presso la commissione nazionale che indagava sullo stato delle foreste del continente. Arrivò anche, nel 1896, nell’attuale Montana, nella parte nord-occidentale degli Stati Uniti, dove vivevano gli indiani Blackfoot. Qui, con l’aiuto di William Jackson (o Siksikakoan), Blackfoot scout, conobbe la comunità di pellerossa, e per i successivi vent’anni, con le sue fotografie, testimoniò la loro vita, la loro cultura, i loro usi.

I Blackfoot erano in prevalenza cacciatori di bisonti organizzati in comunità nomadi, in uno spazio compreso all’interno del territorio dell’attuale Montana e dell’Alberta canadese, non distante dal fiume Missouri. I problemi arrivarono quando gli europei-americani iniziarono a cacciare a loro volta il bisonte, e quando, ancor di più, dovettero rinunciare agli spostamenti e stanziarsi permanentemente su di una piccola fetta di territorio, in seguito a degli accordi firmati con Stati Uniti e Canada nella seconda metà del 19° secolo, in cambio di cure mediche e nozioni sull’agricoltura.

Le foto scattate da McClintock a quei territori, tra le Grandi Pianure e le Montagne Rocciose, (e raccolte dalla stessa Università di Yale) testimoniano uno stato della natura cui è difficile, oggi, non meravigliarsi.

 

(via)