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00:37 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

La strana vita di un rifugiato siriano in Giappone

28 Ottobre 2016

Mentre l’accoglienza e la distribuzione dei profughi in fuga da Siria, Libia e altre zone di guerra, è uno dei temi più delicati per l’Unione europea, è meno nota la storia dei rifugiati che arrivano in Giappone. Anche il Paese del Sol levante, infatti, ha accolto dei profughi siriani. Il fatto è che ne ha accolti davvero pochi. Si possono quasi contare sulle dita di una mano: sono sei.

In questo momento, si potrebbe fare notare, molte nazioni stanno chiudendo i confini, dimostrandosi poco ospitali nei confronti dei profughi. Nel caso specifico del Giappone, però, si tratta di un fenomeno ancora più marcato, che ha ragioni storiche e culturali. Il Paese asiatico è uno dei più omogenei al mondo dal punto di vista etnico e culturale, e a lungo ha fatto di questo un motivo d’orgoglio e coesione. Il risultato è che è restio ad accettare i richiedenti asilo, oltre che gli immigrati. Nel 2015 le autorità giapponesi hanno ricevuto più di settemila richieste d’asilo, ma ne hanno accettate soltanto 27, di cui, appunto, sei siriani.

IRAQ-SYRIA-CONFLICT-REFUGEES-EDUCATION

Proprio per il fatto che sono così pochi, la loro esperienza è inusuale, così il Washington Post ha dedicato loro una storia. Il quotidiano ha intervistato un giovane di 24 anni di nome Jamal, che attualmente vive nella città di Asaka. Prima di arrivare in Giappone, Jamal conosceva il Paese soltanto per via degli anime e dei manga: la sua famiglia era fuggita dalla Siria in Egitto nel 2013, e aveva fatto domanda di asilo politico alla Svezia, ma la richiesta fu rifiutata; così li ha fatti arrivare in Giappone un parente che viveva già lì perché aveva sposato una donna locale. Ora Jamal è spesso intervistato dai media nipponici perché il suo caso è veramente raro.

 L’ambasciatore giapponese in Iraq incontra dei profughi siriani, maggio 2015 (Safin Hamed/AFP/Getty Images); Cittadini festeggiano il compleanno dell’imperatore, dicembre 2004 (Photo by Koichi Kamoshida/Getty Images)
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