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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Anche gli animali hanno il senso del ritmo

23 Marzo 2016

Ci sono possibilità che conosciate già Snowball, una celebrità diventata famosa su YouTube e poi finita al The Late Show di David Letterman, a Good Morning America e in diversi spot di successo. Ha una particolare dote per il ballo e, considerando che si tratta di un pappagallo della specie Cacatua galerita, il suo talento non è passato inosservato. Quando è arrivato in un rifugio per animali dell’Indiana, nel 2007, l’uomo che lo portava con sé ha lasciato anche un cd di canzoni, precisando che si trattava delle sue preferite, essendo il pappagallo un formidabile performer. La titolare del luogo, Irena Schulz, racconta di essersi inizialmente fatta una risata. Eppure, come ha scoperto il giorno stesso, il volatile era davvero in grado di muovere la testa e le zampe in modo perfettamente ritmato: dozzine di video girati da quel giorno dimostrano che diversi pezzi portano Snowball a muoversi con precisione e partecipazione, come se gli piacesse. Su Quanta, il magazine indipendente pubblicato dalla Simons Foundation, è apparso un lungo articolo che esplora un filone di studi nati grazie al caso di Snowball che vogliono indagare le origini biologiche del ritmo.

I primi ricercatori a studiare Snowball, in un paper pubblicato nel 2008, sono stati due neuroscienziati impiegati in California, John Iversen e Aniruddh Patel, che già da tempo erano interessati al tema. Il duo ha sottoposto il pappagallo a una serie di test, alterando il ritmo delle sue canzoni preferite e osservando come i movimenti di Snowball si adattava perfettamente di volta in volta. Studi successivi hanno poi dimostrato che altre specie animali sono in grado di ricalibrare i propri movimenti sulla cadenza di una canzone: altre specie di pappagalli e gli elefanti, ad esempio. Questi fattori in un primo momento sono sembrati confermare un’ipotesi formulata da Patel: il senso del ritmo sarebbe un sottoprodotto dell’apprendimento vocale, la facoltà di saper replicare suoni mai sentiti in precedenza. Gli elefanti sono in grado di replicare suoni, e anche i pappagalli, com’è noto. Le scimmie, invece, che si attengono a un set limitato di versi e ululati, sono anche pessime danzatrici.

In realtà, come dimostrato da un altro studio più recente, l’ipotesi dell’apprendimento vocale non basta a spiegare la presenza del senso del ritmo negli altri esseri viventi. «Non credo che [l’ipotesi] abbia più molto da dirci ormai», ha detto Peter Cook, studioso di psicologie comparate alla Emory University. Qualche anno dopo la prima comparsa sulle scene del web di Snowball, Cook e alcuni colleghi hanno tentato di insegnare a un leone marino, Ronan, a ballare. Per quanto la sua specie non sappia riprodurre suoni, Ronan alla fine ha imparato a muovere la testa col ritmo giusto su diverse canzoni diffuse in sottofondo. Da allora, molte altre nuove ricerche hanno provato che anche specie animali non provviste dell’apprendimento vocale hanno un senso del ritmo: i grandi primati, tra gli altri.

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