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03:36 venerdì 21 novembre 2025
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.

Welcome to Favelas ha detto che ha incontrato dei rappresentanti di Elon Musk

24 Gennaio 2025

Welcome to Favelas è una delle pagine Instagram (prima era più forte su Facebook) più famose in Italia, tra quelle che “denunciano” gli episodi di degrado o di criminalità di vario genere con video amatoriali. Ha un milione di follower, e se non la conoscete, seguendola ci potete trovare video ripresi all’insaputa dei protagonisti, che mostrano uomini e donne affetti da disagi di vario tipo, senzatetto, scene di disagio cittadino o episodi di violenza, e anche furti, rapine, degrado vario. Sembra denuncia, ma l’operazione è più complessa (antropologicamente parlando), simile alla gogna o allo sberleffo; all’amplificazione del caos per poter richiedere un nuovo ordine.

Non proprio una raccolta di contenuti progressisti, potremmo dire: a partire dal nome. E infatti non ci stupisce poi così tanto l’annuncio che è comparso nel suo feed giovedì 23 gennaio in un post con il volto di Elon Musk. Ci si legge: «Nei giorni scorsi, alcuni rappresentanti europei di Elon Musk hanno avuto un incontro con gli amministratori di realtà social legate al mondo dell’informazione indipendente, tra cui, per l’Italia, Welcome to Favelas. Al momento, le parti hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma l’incontro è stato giudicato dai partecipanti come necessario e molto stimolante».

Musk, che si è impegnato moltissimo, in termini economici e di esposizione personale, per supportare Donald Trump nella sua corsa presidenziale, aveva twittato dopo la vittoria: «You are the media now». Lo stesso hashtag che si legge in fondo alla comunicazione di Welcome to Favelas, e anche nella bio, da giovedì 23. L’intenzione di “superare” (leggi anche: silenziare?) i cosiddetta media tradizionali (cioè il giornalismo fatto dai giornalisti) è evidentemente uno degli obiettivi della nuova tecnocrazia trumpiana, e non ci stupisce, dicevamo, che realtà come Welcome to Favelas siano state avvicinate nell’operazione.

Farebbe anche sorridere il tono di voce del post, quello ripulito e goffamente formale di chi si trova per la prima volta a compilare un comunicato stampa, un burocratese da verbale tipicamente italiano. Ma è un’operazione che, presa seriamente, non lascia molta tranquillità, considerata la lunga fila questuante dei tech bros proprietari delle piattaforme social all’inaugurazione di Trump.

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