Hype ↓
01:38 mercoledì 17 dicembre 2025
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.
Il distributore americano Neon ha organizzato una proiezione per soli manager di No Other Choice di Park Chan-wook, che è un film su un uomo che uccide manager Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
Zohran Mamdani ha fatto una performance in un museo di New York invitando i cittadini a dirgli quello che vogliono da lui Ispirandosi alla celebre performance di Marina Abramović, il sindaco ha offerto colloqui di tre minuti a chiunque volesse parlargli.
Negli anni ’60 la Cia ha perso un ordigno nucleare sull’Himalaya e ancora non l’ha ritrovato Nel 1965, sulla vetta di Nanda Devi, l'intelligence americana ha perso un dispositivo alimentato a plutonio. È ancora lì, da qualche parte.
Cosa c’è nei primi sei minuti dell’Odissea di Christopher Nolan che sono già stati mostrati nei cinema americani Questo "prologo" è stato proiettato in diverse sale negli Usa e ovviamente è già stato piratato e diffuso online.
I Talebani in Afghanistan hanno un nuovo nemico: i giovani che si vestono da Peaky Blinders Quattro ragazzi di 20 anni sono stati sottoposti a un «programma di riabilitazione» dopo aver sfoggiato outfit ispirati a Tommy Shelby e compari.
Il neo Presidente del Cile José Antonio Kast ha detto che se Pinochet fosse ancora vivo voterebbe per lui Ed evidentemente anche questo è piaciuto agli elettori, o almeno al 58 per cento di quelli che hanno votato al ballottaggio e che lo hanno eletto Presidente.

Quali film hanno più possibilità di vincere il Leone d’Oro?

Uno degli sport più praticati al Lido di Venezia, soprattutto quando i film sono tutti belli (o quasi): il toto-Leone.

05 Settembre 2018

Lo sport più praticato da chi va ai festival di cinema è lo stesso tutti gli anni: lamentarsi. Sospirare: ah, quanto vorrei non essere qui! Protestare: ah, quanti film terzomondisti nascosti nelle sezioni collaterali mi piacerebbe vedere, e invece mi tocca intervistare Lady Gaga! Sbuffare: ah, come sono stanco, le feste la sera (ditemi quali) e poi la sveglia all’alba la mattina dopo per correre alla proiezione delle otto, non ce la faccio più! Urlare: ma hai visto, la trattoria che faceva quel baccalà mantecato eccezionale è diventata un ristorante tex-mex! Quest’anno a Venezia le lagne sono decisamente diminuite. Per un motivo molto semplice: i film son belli tutti (quasi tutti, via), si parla di quelli e ci si dimentica del resto. Il cinema ha ancora questo potere? Nel 2018? Nell’epoca delle serie e dello streaming sul divano? Parrebbe di sì, pensa te.

Allora parte il secondo sport più praticato al Lido: il toto-Leone. Quella cosa che interessa solo alle poche decine di persone qui presenti, ma che pare di rilevanza mondiale. Dunque scattano i vari «Voci dalla giuria dicono che…», seguiti dalle solite illazioni non confermate. «Il film più da Leone è Roma di Alfonso Cuarón, ma Guillermo del Toro ci è troppo amico, mica lo può premiare». E ancora: «Pare che Suspiria sia piaciuto, ma che cosa può vincere?». E poi: «Ci sono ancora due-tre titoli che la giuria sta aspettando», e via di ipotesi. Paul Greengrass che racconta la strage di Utoya (22 July)? Forse, ma è Netflix: si può premiare un film Netflix? Natalie Portman che fa la popstar (Vox Lux)? Bah. Mario Martone che racconta la comune isolana di inizio Novecento (Capri-Revolution)? Naaa.

Dakota Johnson e Tilda Swinton al loro arrivo a Venezia il 1 settembre 2018. Le due attrici sono le protagoniste di Suspiria di Luca Guadagnino (fotografia di Filippo Monteforte/Afp/Getty Images)

Tanti film però sono bellissimi davvero. È bellissima la famiglia (la sua) di Cuarón e gli intrighi di palazzo di The Favourite di Yorgos Lanthimos. È bello First Man di Damien Chazelle, e Suspiria di Luca Guadagnino diverte quasi tutti, e The Sisters Brothers è il western che da Jacques Audiard mica ti aspettavi, «che gigante John C. Reilly, dovrebbe vincere la Coppa Volpi», «eh ma adesso è arrivato Willem Dafoe che fa Van Gogh e gliela ruba». Il fatto è che tutti questi titoli messi in fila sono esempi di cinema fuori dalla realtà, o quantomeno inseriti nel loro tempo, che inizia e finisce dentro quelle due ore di visione (o più: l’unico vero lamento collettivo di questa edizione riguarda la lunghezza media dei titoli in programma). È un cinema-cinema che si ritaglia il proprio spazio, traccia i propri confini, fuori dalle narrazioni a cui siamo abituati: lo storytelling delle serie, prima di tutto. E anche fuori dall’attualità. Certo, si può trovare un appiglio con il presente in ognuna delle storie raccontate, dalle classi sociali del Messico anni Settanta (Roma) all’empowerment femminista (ma ne siamo sicuri?) su sfondo neoclassico (The Favourite). Ma sono tutte interpretazioni tirate per i capelli. Forse, se una cosa deve dirci questa Mostra, è che esiste ancora un cinema classico, che dentro il suo canone deve stare, anche quando lo producono i nuovi network.

Ryan Gosling, il protagonista di First Man, mentre firma autografi ai suoi fan, il 28 agosto 2018 (Andreas Rentz/Getty Images)

Persino L’amica geniale di Saverio Costanzo, di cui si sono viste le prime due puntate (andrà in onda su Rai1 dal 31 di ottobre), sembra andare nella direzione di un cinema fuori dal tempo. La serie based on Elena Ferrante convince a metà ma fa quel lavoro lì, gioca con un immaginario che è il cinema di una volta, con i set di cartapesta e le citazioni neorealiste (Anna Magnani che insegue la camionetta in Roma città aperta, nientemeno). Il cinema non vincerà contro la nuova realtà degli audiovisivi (ma non possono convivere serenamente entrambi?), ma sembra essere ancora vivo, e fa vivere i festival, e non fa più frignare i giornalisti ai festival. Per la Mostra numero 75, questo è il vero successo.

Soltanto un titolo guarda sfacciatamente alla nostra contemporaneità. E cioè Double vies di Oliver Assayas, in Italia uscirà col titolo Non-Fiction (mah), è una delle sceneggiature più intelligenti che vedrete portate nei prossimi mesi. Il pretesto è un editore (Guillaume Canet) che si ostina a pubblicare i libri di carta e dibatte con gli amici sul futuro dell’editoria, sullo strapotere degli e-book e degli audiolibri (siamo in Francia, non in Italia: non è un piccolo particolare). Sua moglie (Juliette Binoche) fa l’attrice ed è costretta ad accettare controvoglia la quarta stagione di una serie poliziesca, poi c’è uno scrittore che riempie i suoi romanzi di messaggi subliminali (mica troppo) alle sue amanti vecchie e nuove, c’è la portaborse di un politico che deve smazzarsi i suoi scandali da social, insomma c’è il mondo come lo vediamo attorno a noi (noi della bolla, quantomeno), così precisamente uguale al nostro che ci fa quasi paura. Per questo, forse, è più bello rifugiarsi, nelle storie di un altro tempo e di un altro luogo, che forse sono solo il tempo e il luogo del cinema, e almeno per una volta siamo tutti d’accordo, e per fortuna tra pochi giorni sono di nuovo a casa, ché le molle del materasso iniziano a darmi davvero noia, ho bisogno di casa mia, questi festival durano sempre troppo, che barba.

Articoli Suggeriti
Rob Reiner voleva che tutti vivessero felici e contenti

Era amato dal pubblico, era amato dai critici, era amato dagli attori, era amato dagli sceneggiatori: Reiner è stato uno dei maestri americani, una delle più influenti e carismatiche personalità mai viste a Hollywood.

Cosa c’è nei primi sei minuti dell’Odissea di Christopher Nolan che sono già stati mostrati nei cinema americani

Se vi state chiedendo se si vede il Polifemo animatronico annunciato dal regista, la risposta è sì. Però poco.

Leggi anche ↓
Rob Reiner voleva che tutti vivessero felici e contenti

Era amato dal pubblico, era amato dai critici, era amato dagli attori, era amato dagli sceneggiatori: Reiner è stato uno dei maestri americani, una delle più influenti e carismatiche personalità mai viste a Hollywood.

Cosa c’è nei primi sei minuti dell’Odissea di Christopher Nolan che sono già stati mostrati nei cinema americani

Se vi state chiedendo se si vede il Polifemo animatronico annunciato dal regista, la risposta è sì. Però poco.

di Studio
I migliori libri del 2025

Dieci libri selezionati dalla redazione di Rivista Studio tra tutti quelli usciti quest'anno.

Cahiers du cinéma dice che Pomeriggi di solitudine è il film dell’anno e ha perfettamente ragione

Il film di Albert Serra sul torero peruviano Andrés Roca Rey porta il documentario in un territorio inesplorato e violento, persino ostile allo spettatore. Ed è proprio questo a renderlo una delle opere fondamentali della storia recente del cinema.

Ne L’uso della foto c’è il sesso, la morte, la politica e tutto quello che ha reso grande Annie Ernaux

Il libro, uscito 20 anni fa in Francia ma solo adesso in Italia, è il racconto in immagini e parole della breve storia d'amore con il fotografo Marc Marie, attraverso il quale Ernaux tocca tutti i temi che caratterizzano la sua letteratura.

Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente

Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.