Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Qualcuno ha chiesto a Ursula K. Le Guin di sponsorizzare dei leggings su Instagram
È capitato alla maggior parte delle persone che possiedono un account su Instagram di ricevere il messaggio amichevole di una tizia, o un tizio, che dice di amare il nostro profilo e di averci scelto – sì, proprio noi! – per sponsorizzare il suo brand. I più indaffarati ignorano o eliminano il messaggio, i più ingenui provano a dare un’occhiata al profilo del mittente, scoprendo che, nel 99 per cento dei casi, offre prodotti difficilmente accostabili al proprio stile. Associazioni così assurde che sarebbero molto piaciute ai surrealisti, che quando apprezzavano qualcosa lo definivano «bello come l’incontro di un ombrello con una macchina da cucire su un tavolo operatorio». È ovvio che si tratta di messaggi spam, mandati completamente alla cieca.
I don’t think this will work out the way you hope, Laura.
Oh social media. pic.twitter.com/49m1UWnVzl— Ursula K. Le Guin (@ursulakleguin) December 8, 2020
Uno dei casi più divertenti è sicuramente quello denunciato dall’account Twitter della grande scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin. Sul suo account Instagram è arrivato un messaggio che oltre a farle i complimenti per il suo ottimo feed – “we LOVE your style!” – le proponeva una collaborazione molto interessante e proficua: diventando brand ambassador, Ursula avrebbe potuto ricevere un paio di leggings gratis, ovviamente a patto di indossarli, spararsi un selfie e pubblicarlo sul suo account.
Non solo è difficile immaginare una delle più importanti scrittrici di fantascienza del mondo che, alla sua veneranda età, attirata dall’imperdibile offerta (sono gratis!) pubblicizza un paio di leggings su Instagram (anche se, pensandoci bene, nell’assurdo momento storico in cui viviamo, non sarebbe neanche poi tanto strano: nell’ultimo anno, sui social, ne abbiamo viste di tutti i colori). In ogni caso, anche se non dovesse risultare difficile da immaginare, è di sicuro impossibile: perché si dà il caso che Ursula K. Le Guin sia morta già da un paio d’anni, per la precisione il 22 gennaio 2018, a Portland, all’età di 88 anni. Anche volendo, non potrebbe farlo. «Non crediamo che possa funzionare nel modo in cui speri, Laura», ha scritto chi gestisce l’account della scrittrice, per poi sospirare: «Oh, i social media».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.