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18:14 martedì 9 dicembre 2025
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.
Dopo il furto dei gioielli, ora il Louvre è nei guai a causa delle infiltrazioni di acqua e degli scioperi dei dipendenti Le infiltrazioni hanno danneggiato 400 documenti della biblioteca del Dipartimento delle antichità egizie, confermando i problemi che hanno portato i lavoratori allo sciopero.
Le cose più interessanti dei Golden Globe 2026 sono The Rock, i film d’animazione e i podcast Più delle candidature per film e serie tv, queste categorie raccontano come sta cambiando l’industria dell'intrattenimento oggi.
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.

Twitter e il commercio

Il colosso social assume un direttore commerciale con due specificità: vendere e creare eventi. Inizia la fase due, quella dell'incasso e delle partnership.

28 Agosto 2013

È la grande domanda che si stanno ponendo i giornali certo, ma vale più in generale per tutte le piattaforme online basate fino a oggi sulla politica del tutto gratis, social network compresi: al di là della pubblicità (che online cresce velocemente ma presenta molti punti ancora irrisolti), come monetizzare gli sforzi e gli investimenti fatti? Quando e come l’essere diventati dei catalizzatori di milioni di utenti si trasformerà in guadagni tangibili?
Sappiamo bene come gli sguardi di tutti, dei giganti social in particolare, si siano rivolti da qualche tempo ai big data, la possibilità di fornire alle aziende dati iper profilati  dal punto di vista dei consumi di un numero notevolissimo di potenziali clienti.
Il punto su cui adesso ci si arrovella è che farne di quei dati. Da dove iniziare, insomma, per mettere a frutto delle strategie che permettano di passare all’incasso in un futuro prossimo?
La ricetta pare essere vecchia come il mondo: avere qualcosa da vendere o aiutare direttamente a farlo chi ce l’ha nella propria ragione sociale (e l’hype ultimamente più alto che mai che circonda un colosso come Amazon ne è la dimostrazione plastica e palese); lavorare sul consumo diretto di prodotti a pagamento.

È per questo che una notizia, apparentemente di routine, apparsa oggi sul Financial Times, è in realtà una grande spia accesa sul futuro che i giganti del web pare abbiano deciso con forza di intraprendere. Eccola: Twitter ha appena assunto Nathan Hubbard come proprio capo del commerciale, “head of commerce” è il suo nuovo job title, per essere precisi e ufficiali. Da dove viene Hubbard e perché è una notizia che vale la pena sottolineare?
Arriva da Live Nation, il colosso globale dell’organizzazione di concerti ed eventi live, in cui si occupava, guarda caso, della parte digital, vendita dei biglietti online compresa.

Cosa significa l’arrivo di Hubbard? Probabilmente che siamo vicini – entro l’anno dice il Financial Times – all’ufficializzazione di nuovi canali commerciali sul noto social network, in modalità ovviamente da definire e verificare.

Due paiono essere le macro-strategie sul piatto: partnership commerciarli più dirette e “concrete” con le aziende, e il tentativo di usare la predisposizione naturale di Twitter a creare attenzione attorno ai grandi eventi (e non è un caso che Hubbard provenga da quel mondo lì) per permettere ai partner commerciali di essere sotto i riflettori al momento giusto.

Filtrano pochi particolari sull’operazione ma una cosa appare chiara: Twitter (e anche Facebook) stanno armando il proprio commerciale.
Come a dire: adesso che siamo (quasi) tutti lì, apriamo le danze.
Reggeranno l’urto Twitter e gli altri? È una domanda da cui passa una parte del futuro della sostenibilità del web.

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