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Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.

Presto potremmo vivere in un mondo senza tupperware perché Tupperware sta fallendo

12 Aprile 2023

Tupperware, l’azienda che produce i contenitori per conservare il cibo che tutti chiamiamo, appunto, tupperware (anche quando sono prodotti da altre aziende), sarebbe a rischio di fallimento. Come riporta infatti Bbc, sono anni ormai che l’azienda vive una crisi profonda: a quanto pare, i giovanissimi, i giovani e anche i non più tanto giovani non apprezzano il prodotto – viene da chiedersi come facciano queste persone a conservare il cibo – e le vendite sono in drastico calo ormai da tempo. La situazione sarebbe tanto grave che, se a breve non arriveranno nuovi investitori a portare capitali freschi, Tupperware potrebbe chiudere.

E dire che durante la pandemia Tupperware aveva vissuto un successo nuovo: tutto il mondo si era ritrovato improvvisamente chiuso in casa, un sacco di gente aveva cominciato a cucinare per passare il tempo, di cibo spesso se ne preparava troppo e la necessità di conservare aveva portato alla riscoperta di un brand in crisi profonda ormai da anni. Ma il successo è stato soltanto momentaneo, a quanto pare: finiti i lockdown, le persone hanno ricominciato a mangiare fuori, a cucinare meno, a conservare poco, e si sono di nuovo dimenticate di Tupperware. Secondo gli addetti ai lavori, la colpa alla fine è soprattutto dei dirigenti dell’azienda: in un mercato ipercompetitivo, affollatissimo, pieno di imitatori capaci di produrre a costi inferiori e di vendere a prezzi minori, Tupperware non è riuscita a innovare ed è rimasta ferma, sempre uguale a se stessa, per vent’anni.

Eppure la capacità di innovare era stata alla base dell’enorme successo riscosso dall’azienda nella seconda metà del Novecento. Fondata nel 1946 da Earl Tupper, fu una delle prime aziende a usare le nuove plastiche inventate all’epoca con lo scopo di conservare il cibo: i frigoriferi, in quegli anni, erano ancora oggetti poco diffusi e troppo costosi per la maggior parte della popolazione mondiale, che quindi trovava in quei recipienti di plastica uno strumento utilissimo contro il deperimento e lo spreco del cibo. Ma il vero successo di Tupperware si deve non al suo fondatore ma a Brownie Wise, la donna che inventò il modello di vendita che portò, letteralmente, Tupperware in tutte le case prima d’America e poi del mondo. Wise, infatti, ebbe l’idea di vendere il prodotto non in negozi o supermercati ma direttamente nelle case: organizzava piccoli eventi privati, in cui venivano invitate amiche, vicine e conoscenti dei padroni di casa, per presentare e vendere il prodotto. Questi eventi divennero noti come “tupperware party” negli anni ’50 e ’60, uno dei simboli della rivoluzione consumistica. Il modello Wise – venditori porta a porta, tutti freelance pagati con uno stipendio fisso al quale si aggiungevano percentuali sulle vendite – resterà il principale modello di business dell’azienda fino al 2003, anno in cui fu archiviato e superato a causa della crisi che, nel breve futuro, forse porterà alla chiusura di Tupperware.

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