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Il corriere della droga preferito da Pablo Escobar ha fatto un podcast In Cocaine Air Tirso “TJ” Dominguez racconta com'è lavorare per il più famoso signore della droga della storia. Esce il 23 luglio su tutte le piattaforme.
A Hong Kong c’è un musical in cui Trump e Zelensky si massacrano a colpi di assoli Lo spettacolo Trump, The Twins President, ovviamente sold out, traspone in musica anche il litigio tra i due nello Studio Ovale.
È morto Enzo Staiola, il bambino dagli occhi tristi di Ladri di biciclette Interpretò il piccolo Bruno nel capolavoro neorealista di Vittorio De Sica. Da adulto non fece l'attore, ma l'impiegato del catasto.
Il dissing tra Elon Musk e Donald Trump è degenerato Come ampiamente previsto, i due hanno rotto, ma non si pensava sarebbero arrivati fino a questo punto.
Lo scrittore Kamel Daoud era stato invitato alla Milanesiana ma non potrà partecipare perché in Italia rischia l’arresto A causa di Urì, romanzo con cui ha vinto il premio Goncourt e che uscirà in Italia il 17 giugno.
Gli undici abitanti di una remota isola giapponese vogliono ripopolarla usando i manga Gli anziani di Takaikamishima hanno fondato una scuola di fumetto, nella speranza di salvare l’isola dallo spopolamento.
Il designer delle T-shirt più amate dalle celebrity è un bambino di 11 anni Si chiama Dylan e tra i suoi clienti può già vantare Elle Fanning, Michelle Pfeiffer, Pharrell, Jamie Lee Curtis e Pierpaolo Piccioli.
Uno dei massimi esperti di Caravaggio del mondo dice di aver finalmente trovato il suo primo dipinto Secondo Gianni Papi, "Ragazzo che monda un frutto" è l'opera prima dell'artista: ci sarebbe un dettaglio che lo conferma oltre ogni ragionevole dubbio.

Storia dell’abito bianco di Tom Wolfe

16 Maggio 2018

Quando si ricorda Tom Wolfe, il grande scrittore americano mancato il 14 maggio, non è possibile non citarne lo stile, impeccabile quanto la penna. Nelle immagini che lo ritraggono, Wolfe ha sempre dato importanza all’abito bianco, diventato nel tempo l’elemento principale del suo stile. Nel 2016 la figlia, Alexandra Wolfe, aveva scritto sul Wall Street Journal di non averlo mai visto seduto a tavola senza il suo abito preferito in tre pezzi, e il New York Magazine lo aveva avvistato in completo bianco persino in palestra.

Ma da dove arrivava questa sua devozione verso l’abito bianco? L’ha raccontato Racked: la scelta fu dettata tanto dalla sua ricercatezza quanto dalla sua indigenza. Nel 1962, quando Wolfe si trasferì per lavoro a New York e l’Herald Tribune pullulava di gente in completo, l’abbigliamento dello scrittore dipendeva fortemente delle stagioni. In Virginia, dov’era cresciuto, l’abito estivo non poteva che essere bianco: per questo il suo primo acquisto (e unico, per un po’ di tempo) fu un completo bianco in twill di seta. Nel 2015 Wolfe raccontò a Vanity Fair che continuò a portarlo anche nelle stagioni invernali, perché non aveva abbastanza soldi per permettersi altri completi.

«La prima volta che lo indossò, Wolfe realizzò che l’abito era abbastanza pesante da essere indossato anche con il freddo» aveva scritto Vanity Fair. Il fatto che Wolfe portasse il bianco d’inverno faceva infuriare le persone, ma la cosa lo divertiva molto. Con il tempo, il completo finì per identificare la sua persona: con l’avanzare della sua carriera giornalistica notò che sempre più gente lo avvicinava perché distinto dagli altri. Al Time aveva detto che i suoi abiti erano diventati «sostituti di personalità», e quelli bianchi ne incarnavano il lato più eccentrico. Presto i giornalisti presero a elogiare il suo abito bianco come uno dei suoi virtuosismi, un punto esclamativo nella distesa di completi scuri che popolavano New York. Wolfe ci prese gusto, e lo continuò a portare in ogni occasione, abbinandolo perfettamente con ognuna delle sue stravaganti cravatte.

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