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08:57 lunedì 22 dicembre 2025
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I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
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In Russia non si può più postare niente su TikTok

07 Marzo 2022

Hilary McQuaide, portavoce di TikTok citata in un pezzo del Guardian, ha confermato che da oggi le funzionalità del social media in Russia sono state limitate alla modalità “view-only”: gli utenti possono ancora vedere i vecchi video (non quelli provenienti da un Paese straniero), ma non possono postarne o vederne di nuovi, limite che vale anche per i livestream. TikTok è solo l’ultima grande azienda che in questi giorni ha deciso di sospendere le attività in Russia: ultimamente si è parlato molto anche della stessa scelta fatta da Netflix, per esempio. Ma la lista di aziende che hanno preso questa decisione, in realtà, è già molto lunga e si allunga con ogni giorno che passa: dentro ci sono già due delle cosiddette Big Four delle società di consulenza, KPMG e PricewaterhouseCoopers, le credit card companies Visa, Mastercard e American Express, e poi Samsung, Apple, Microsoft, Intel e Dell.

Stando a quanto afferma l’azienda, la scelta di limitare le attività in Russia è conseguenza della recente approvazione di una legge che limita fortissimamente la libertà di cronaca e opinione nel Paese: se giudicati colpevoli di aver contribuito alla diffusione di “fake news” (tradotto: qualsiasi notizia che contraddica la propaganda governativa sulla guerra in Ucraina), infatti, in Russia adesso si rischia una pena detentiva che può arrivare fino ai quindici anni di carcere. In un thread su Twitter, TikTok ha spiegato le difficoltà della decisione: il social è stato uno strumento di «sollievo nel mezzo di uno scenario di guerra», ma in questo momento la priorità dell’azienda è la sicurezza sia degli utenti che dei dipendenti. Una preoccupazione che non è solo di TikTok: in questi giorni anche Bbc, Cnn e Rai, tra le tante testate che hanno fatto una scelta simile, hanno deciso di ritirare i loro inviati dalla Russia, perché ormai è diventato troppo difficile garantirne l’incolumità.

Il Ministro della digitalizzazione ucraino, Mykhailo Fedorov, nei giorni scorsi ha ribadito il suo invito alle aziende tecnologiche (in particolare a quella americane) a fare di più per isolare la Russia. Il ministro ha pubblicato sul suo profilo Twitter le lettere spedite agli amministratori delegati di Amazon, Microsoft e Apple in cui chiede loro, esplicitamente, di interrompere l’erogazione dei servizi delle loro aziende in Russia, in modo da aiutare, anche se solo indirettamente, gli ucraini.

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