In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una ragazza è stata uccisa per sbaglio mentre inscenava un finto rapimento su TikTok
Come riportava uno studio pubblicato due anni fa, tra il 2011 e 2018, più di 250 persone sono morte mentre tentavano di scattarsi un selfie. Ma il caso di cronaca nera più recente coinvolge TikTok: all’inizio di questo mese, una donna in Messico è stata uccisa a colpi di arma da fuoco mentre insieme a degli amici inscenava un rapimento per pubblicarlo sul suo account. Come riporta Mexico News Daily, la ventenne Areline Martinez è stata colpita alla testa da un proiettile sparato “per errore” dalla pistola di uno dei suoi amici, in quello che è stato definito un incidente. A quanto pare, gli amici coinvolti nel falso rapimento, e nel vero omicidio, si sarebbero immediatamente allontanati dalla scena del crimine, anche se un video “dietro le quinte” pubblicato su TikTok prima che Martinez fosse uccisa è stato utilizzato dalle autorità per identificare le persone coinvolte. Nel video, ora rimosso, si vedeva la ragazza bendata, con le mani e i piedi legati, mentre diversi uomini la circondavano e le puntavano le pistole alla testa.
In questo caso TikTok si è mosso abbastanza rapidamente. La piattaforma è stata recentemente costretta a riconsiderare le sue modalità di reazione di fronte a emergenze simili, visto che solo il mese scorso è stata coinvolta della polemica (che riguardava principalmente Facebook, visto che il video era stato trasmesso lì, e poi ripreso da altre piattaforme) relativa al suicidio in diretta di Ronnie McNut. Non solo il filmato è immediatamente diventato virale, ma è rimasto disponibile per diversi giorni prima di essere eliminato.

Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.

Tote bag, Birkenstock Boston, jeans giapponesi, auricolari a filo, in mano una tazza di matcha e un libro, meglio se di Sally Rooney o bell hooks: è la divisa del performative man, che dovrebbe essere l'antidoto al maschio tossico. Ma che rischia di essere pure peggio.