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Che cos’è This Person Does Not Exist e perché è un’esperienza scioccante

Le tecnologie di machine-learning e gli algoritmi dei motori di ricerca studiano i nostri movimenti online e ne ricavano dei dati che di solito vengono utilizzati per venderci qualcosa, ma a pensarci bene possono fare anche altro. Tipo creare volti iperrealistici di persone che non esistono, come succede su This Person Does Not Exist, dove ogni click genera automaticamente una faccia (e uno sfondo) differente. Il realismo dei volti è davvero impressionante e, naturalmente, crea una bizzarra forma di dipendenza: una volta iniziato a cliccare, è difficile staccarsene.

Come spiegano su Inverse, ogni singola foto sul sito è stata creata utilizzando un particolare tipo di algoritmo di intelligenza artificiale che si chiama “generative adversarial networks”, abbreviato in GAN. La pagina è opera dell’ingegnere informatico di Uber Phillip Wang, che l’ha creata «per dimostrare di cosa sono capaci i GAN». Wang l’ha pubblicata lo scorso 12 febbraio sul gruppo Facebook “Artificial Intelligence & Deep Learning” e da lì ha iniziato a diffondersi sui social. Come riporta Inverse, il codice che rende possibile la riproduzione infinita di volti umani (StyleGAN) è stato scritto da Nvidia ed è citato in un documento accademico che è ancora in fase di peer-review.

Questo genere di applicazioni ha tutto il potenziale per rivoluzionare le tecnologie con cui si disegnano i videogiochi e con cui si fa modellistica 3D, ma come ogni episodio di Black Mirror insegna può essere utilizzata anche per scopi più sinistri, come la creazione  di “deepfakes” o immagini generate al computer sovrapposte a immagini e video già esistenti, che potrebbero essere utilizzati per finte notizie. Questo è il motivo che ha spinto Wang a creare This Person Does Not Exist: «Ho deciso di creare questa pagina di tasca mia per sensibilizzare l’opinione pubblica» ha scritto nel suo post su Facebook «Ogni volta che si aggiorna il sito, la rete genererà una nuova immagine facciale da zero da un vettore di 512 dimensioni». Non vi sentite già meglio?