Il creatore di Succession torna con un film in cui racconta un quartetto di tech bro ricchi, stupidi e crudeli. Ma non così interessanti.
Uno dei film più belli visti a Venezia era stato scartato a Cannes
Al festival di Venezia è arrivato The Beast, uno dei film fin qui più apprezzati dalla critica. È l’ultima opera del regista francese Bertrand Bonello, che racconta una relazione a metà tra fantascienza e attualità. I protagonisti di questa storia, interpretati da Léa Seydoux (vincitrice della Palma d’oro per La vita di Adele) e George MacKay (noto soprattutto per il suo ruolo in 1917) affrontano tre fasi di una storia, corrispondenti a tre anni e tre luoghi (1910 a Parigi, 2014 a Los Angeles e 2044 in uno scenario post-pandemico). Il filo conduttore della relazione è la sua inconcludenza, colpa del personaggio di MacKay, la bestia che dà il titolo al film. Il film è finito anche al centro delle polemiche per la scelta, raccontata dallo stesso Bonello, di basare uno dei personaggi su un incel che nel 2014 uccise sette persone.
C’è un anche un fatto riguardante il film di cui si sta molto parlando in questi giorni. Dopo qualche indiscrezione circolata sui giornali, il regista ha confermato, in un’intervista a IndieWire, l’esclusione di The Beast dallo scorso festival di Cannes, dove gli fu preferito La Retour di Catherine Corsini. Ma Bonello non si è mostrato preoccupato da questo primo insuccesso. Al contrario, si è detto soddisfatto che alla fine il film abbia trovato un il suo posto e sia stato apprezzato. Diversi critici lo definiscono il suo film più ambizioso, consapevole e attuale, ricco anche di riferimenti ai classici (la prima parte del film è ispirata a La bestia nella giungla di Henry James). A tratti alienante e crudo, soprattutto nelle parti incentrate sul personaggio di MacKay, uomo frustrato e rancoroso. Ma c’è anche chi ha trovato la storia tra i due molto toccante, una ricerca esasperata dell’amore. Visto il successo del film a Venezia, il regista ha detto di star già pensando all’autunno, quando il film sarà presentato ai festival di New York, Toronto e Busan.

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.