Mai come quest'anno abbiamo assistito a pubbliche manifestazioni di odio nei confronti dei turisti. Reazioni comprensibili a un problema che si fa sempre più grave, ma che non è così che risolveremo.
La Thailandia ha depenalizzato la cannabis, ma il turismo della cannabis l’ha fatta pentire
I casi di "turisti" che vanno e vengono dalla Thailandia a scopo di contrabbando sono aumentati a tal punto da costringere le autorità a intervenire.

Nel 2022 la Thailandia è stata il primo Paese in Asia a depenalizzare la cannabis, decisione che ha fatto molto bene all’agricoltura locale e creato migliaia di negozi. Nel giorno della legalizzazione sono stati rilasciati più di tremila detenuti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti. Già alla fine del 2022, l’industria della cannabis aveva raggiunto un valore di 28 miliardi di baht thailandesi (728 milioni di euro). Tre anni dopo, però, la legalizzazione sta mostrando anche dei lati negativi: oltre all’insorgere di dipendenze a causa della scarsa regolamentazione, che di fatto ha reso la droga più accessibile ai minori, negli ultimi mesi si è registrato un vertiginoso aumento nei casi di turisti che tentano di contrabbandare la droga fuori dal Paese (possiamo dire che i turisti rovinano sempre tutto?).
Ora le autorità thailandesi stanno lavorando per inasprire le normative sulla vendita e limitarne l’uso a scopi terapeutici e non più ricreativi (com’è invece adesso: a Bangkok, ad esempio, nei bar e nei locali abbondano i menù a base di cannabis). Difficile trovare un accordo: il partito di governo Pheu Thai, che vorrebbe rendere nuovamente illegale la cannabis, si è scontrato con la forte opposizione del suo partner nella coalizione, il partito Bhumjaithai guidato da Anutin Charnvirakul, l’ex ministro della Salute che aveva sostenuto la depenalizzazione.
L’attuale ministro della Salute, Somsak Thepsutin, ha dichiarato in una conferenza stampa che le autorità intendono introdurre nuove normative nelle prossime settimane per rafforzare il controllo sulla vendita della cannabis, tra cui l’obbligo per i negozi di venderla solo a clienti muniti di prescrizione medica. Intanto, i funzionari aeroportuali hanno dichiarato di aver intensificato i controlli per individuare tentativi di contrabbando.
Secondo quanto riportato da Euronews, dall’estate scorsa oltre 50 cittadini britannici sono stati arrestati in Thailandia per aver tentato di contrabbandare cannabis fuori dal Paese. A marzo, le autorità dell’immigrazione e la polizia hanno dichiarato di aver sequestrato 22 valigie contenenti un totale di 375 chilogrammi di cannabis e di aver arrestato 13 stranieri, per lo più cittadini britannici, all’aeroporto internazionale dell’isola di Samui. Secondo le autorità thailandesi, i sospettati erano stati assunti per recarsi in Thailandia come turisti; una volta arrivati a Samui si sarebbero sistemati nell’alloggio indicato in attesa di ricevere le valigie con la cannabis. A quel punto avrebbero dovuto viaggiare da Samui a Singapore e da lì tornare nel Regno Unito, dove sarebbero stati pagati circa 2000 euro.