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A Varsavia hanno aperto una biblioteca in metropolitana per convincere i pendolari a staccarsi dal telefono e leggere invece un libro Si chiama Metroteka e mette a disposizione dei pendolari 16 mila titoli e un sistema di prelievo e restituzione funzionante 24 ore su 24.
Dopo anni di tentativi falliti, finalmente Call of Duty diventerà un film Grazie a un accordo tra Paramount e Activision, una delle più importanti saghe videoludiche di sempre arriverà sul grande schermo.
La Germania sta preparando una maxi scorta di ravioli in scatola in previsione di una guerra con la Russia Le vecchie razioni a base di cereali e legumi non soddisfano più, ha detto il ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, Alois Rainer.
Il governo egiziano vuole trasformare le pendici del monte Sinai in un resort di lusso L'intenzione è di fare qui quello che è stato fatto a Sharm el-Sheikh, nonostante le proteste degli abitanti e della comunità internazionale.
Il matrimonio di Taylor Swift e Travis Kelce è già il simbolo delle “intelligence gap relationship” Le future nozze tra la cantante e l’atleta hanno scatenato il dibattito sulle coppie in cui c’è un forte divario intellettuale tra partner.
La canzone più usata quest’estate su TikTok Italia è un pezzo di otto anni fa di Andrea Laszlo De Simone “Fiore mio” è Song of the Summer 2025 su TikTok, fatto che ha sorpreso prima di tutti De Simone, che non è nemmeno iscritto al social.
Father Mother Sister Brother di Jim Jarmush ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia A The Voice of Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya il Gran premio della giuria, Toni Servillo vince la Coppa Volpi per la sua interpretazione in La grazia, di Benny Safdie la Miglior regia con The Smashing Machine.
Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese inizieranno nel 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada, i tre Paesi della vita di Marchionne.

Lo stoicismo dei tedeschi davanti al terrorismo

28 Luglio 2016

Dopo la recente ondata di attentati e violenze in Germania, in diversi casi di matrice jihadista, l’Economist ha pubblicato un articolo in cui racconta e spiega lo stoicismo dei tedeschi davanti a questa situazione, riconducendo il clima generale a quella che lo storico Herfried Münkler definiva «heroische Gelassenheit», cioè calma eroica.

Il 18 luglio un uomo attacca a colpi di coltello e di ascia i passeggeri in un treno regionale in Baviera. L’uomo, un giovane rifugiato afgano, ha ferito cinque persone prima di essere ucciso dalla polizia. Il 22 luglio un adolescente tedesco di origine afgana ha sparato sui clienti di un fast food a Monaco, uccidendo nove persone prima di togliersi la vita. Il 24 luglio a Reutlingen, nel Sud del Paese, un giovane rifugiato siriano ha ammazzato una donna a colpi di machete. Lo stesso giorno ad Ansbach, in Baviera, un altro rifugiato siriano si è fatto saltare in aria ad un concerto, ferendo 15 persone. Come se non bastasse, questi episodi si sono inseriti in un contesto europeo particolarmente teso, a ridosso degli attentati a Nizza e in Normandia.

Germania Terrorismo

L’analisi del settimanale, intitolata “How Germans handle terror”, si concentra su diversi aspetti, dalle reazioni dei social network, alle indicazioni della polizia, fino al tono mantenuto dai media. Tra le altre cose si sofferma sulla lucidità con cui la stampa tedesca ha saputo distinguere tra l’attacco di Monaco, che non aveva una matrice jihadista, e gli altri, che invece hanno i crismi del terrorismo islamico.

«La discussione pubblica sugli altri tre attentatori è stata assai matura. Tutti erano rifugiati provenienti da nazioni in guerra. Due di loro, l’assalitore del treno e l’uomo che ha messo la bomba durante il concerto, hanno agito nel nome dello Stato islamico. Il primo era un minore non accompagnato proveniente dall’Afghanistan, aveva soltanto 17 anni. Il secondo, un siriano soprannominato “Rambo” nel centro per rifugiati dove aveva vissuto, aveva visto la sua richiesta d’asilo respinta, avrebbe dovuto essere espulso in Bulgaria, aveva precedenti psichiatrici e tentato il suicidio due volte».

Il magazine nota inoltre che, tra i politici tedeschi, «in pochi hanno cercato di speculare sulle tragedie». E, quando qualcuno l’ha fatto, è subito stato zittito. Mentre l’attacco di Monaco era ancora in atto André Poggenburg di Alternative für Deutschland aveva tentato di addossare la colpa su Angela Merkel e la politica di accoglienza dei rifugiati (che in quel caso c’entrava ben poco visto che il criminale era nato in Germania). Ma subito la mossa gli è valsa «un’immediata condanna sui media e sui social network». Dopo una breve fase di spaesamento, conclude l’Economist, la Germania «è tornata ad essere eroicamente calma».

La polizia tedesca a Monaco dopo la sparatoria (ANDREAS GEBERT/AFP/Getty Images), Angela Merkel parla dopo la strage (TOBIAS SCHWARZ/AFP/Getty Images)
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