Hype ↓
15:51 sabato 15 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Chi è Tacita Dean e perché Londra la sta celebrando con un trio di mostre

È la prima volta che la National Gallery, la Royal Academy e la National Portait Gallery collaborano per un'artista.

20 Marzo 2018

Non era mai successo che tre delle più importanti istituzioni inglesi in campo artistico – National Gallery, Royal Academy e National Portait Gallery – si mettessero a lavorare insieme per spartirsi le opere di uno stesso autore, dando forma a tre mostre complementari e quasi simultanee (quella alla Royal apre nell’ultima settimana in cui sarà possibile visitare le altre due, che hanno inaugurato il 15 marzo). I lavori saranno divisi per soggetto pittorico (anche se la maggior parte non sono dipinti ma video): le nature morte alla National, i ritratti alla Portrait Gallery e i paesaggi alla Royal Academy. La protagonista dell’evento è un’artista che, nel mondo dell’arte contemporanea, occupa un posto nella squadra dei campioni già dalla fine degli anni Novanta, ma è un nome nuovo per la maggior parte del pubblico, più abituato a sentir parlare dei suoi compagni di classe indisciplinati, ovvero Damien Hirst e Tracey Emin.

Siamo abituati a identificarli come Young British Artist anche se ormai giovani non lo sono da un po’. Tracey Emin ha 54 anni, è un po’ sciupata ma conserva la sua faccia da furba. Damien Hirst, 52, nelle foto più recenti appare altrettanto invecchiato. Ma anche lui, forse per il suo stile da tossico o forse, molto semplicemente, perché è il più ricco e famoso di tutti, pare non aver perso lo smalto del ragazzo ribelle. Spesso annoverata tra i componenti del gruppo, Tacita Dean sembra arrivare da un altro pianeta: in quasi tutte le  immagini che la ritraggono sorride bonaria. Porta da sempre i capelli legati in una coda bassa (prima erano castani, da una decina d’anni sono liberamente grigi), le piace indossare camicie e pantaloni fluidi. A giudicarla dall’aspetto, sembra la persona più gentile (e meno ribelle) del mondo.

Suo nonno era Basil Dean, fondatore dei famosi Ealing Studios, gli studi cinematografici delle produzioni dell’età d’oro del cinema inglese, fioriti nel 1938 sotto la direzione di Michael Balcon. Sarà anche per questo che Dean, nata a Canterbury (oggi vive e lavora a Berlino), è fissata con i film: i suoi lavori più belli sono dei video, rigorosamente girati su pellicola. Se le opere di Emin e Hirst sono aggressive, violente e, a parte alcune eccezioni, decisamente poco eleganti, quelle di Dean sono sempre esteticamente impeccabili e rivelano un approccio praticamente opposto: melanconico, contemplativo.

Nel 2009 la fondazione Trussardi aveva organizzato una splendida mostra a Milano (Palazzo Dugnani) che si intitolava Still Life e raggruppava una serie di sue opere dedicate al tema dell’immobilità (commentate da lunghi testi scritti dall’artista, che raccontava in prima persona come, quando e perché le aveva realizzate). Una delle opere più esemplificative del suo lavoro era il bellissimo video The Green Ray (2001) girato sulle spiagge del Madagascar, dove Dean aveva cercato di catturare il “raggio verde”, un fenomeno naturale che si verifica al tramonto quando, in rare condizioni atmosferiche, l’ultimo raggio di sole, oltrepassando l’orizzonte, diventa verde.

L’artista trascorre una serie di serate sulla spiaggia di Morombe a filmare l’orizzonte (senza conoscere il risultato, visto che registra su pellicola). Addirittura ci sono persone che, contagiate dall’entusiasmo, si mettono a filmare con lei (con telecamere digitali però). Nessuno vede il famoso raggio. Non succede mai niente. Ma poi, racconta Dean: «Quando sono tornata in Inghilterra e ho sviluppato il film, lì, senza dubbio, è apparso il raggio verde: troppo sfuggente per essere catturato su un singolo fotogramma e troppo effimero per impressionare i pixel del mondo digitale, eppure chiaramente presente nel susseguirsi rapido dei fotogrammi. Così la ricerca del raggio verde si è rivelata un modo per indagare l’atto stesso del guardare, per esplorare la fede e la fiducia in ciò che si vede».

Le sue opere sono tutte così, sempre rivolte all’esterno, a tutto quello che in sé ha qualcosa di estremo e romantico. I fenomeni naturali (dalle eclissi alle tempeste, passando per il Vesuvio). I grandi artisti (David Hockney, Mario Merz, Merce Cunnigham tra gli altri), ritratti da vivi oppure ricordati attraverso i loro oggetti e il luogo in cui lavoravano, come nei lavori dedicati a Giorgio Morandi. L’obsolescenza incipiente: tutte le cose che sono state dimenticate o stanno per esserlo. Bubble House, uno dei film più belli (1999) racconta la stranissima storia di una casa a forma di bolla e del suo visionario costruttore, finito in carcere per frode, scoperta per caso da Dean e dal suo compagno durante un viaggio intrapreso per realizzare un altro progetto.

Ma le opere realizzate nella sua carriera sono tantissime e impossibili da riassumere qui. Di certo si possono suddividere in ritratti, paesaggi e still life, proprio come hanno fatto i musei inglesi, che nell’esporle le accostano a opere antiche e moderne. Ci sono gli enormi, oscuri disegni di montagne o acque burrascose, c’è un film che riprende da vicino la frutta mentre ammuffisce. Ma un particolare tipo di nature morte sono anche, se vogliamo, i meta-video mossi dalla nostalgia per la pellicola (filmati su pellicola): da Kodak, del 2006, all’opera realizzata nel 2011 per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra.

L’apertura verso il reale e tutte le storie che ha da offrire (che si accompagna a una riservatezza totale sui fatti della sua vita) rende il lavoro di Dean una riposta all’autobiografismo di molte artiste (tra cui la già citata Tracey Emin). Qualcosa in comune con il lavoro di Damien Hirst, invece, ce l’ha: l’ossessione per il tempo e per la morte. Ma a differenza di Hirst, che le opere se le va a cercare con una certa disperazione (vere o false che siano: dallo squalo al vascello naufragato), Dean è una che ha fatto dell’attesa, della coincidenza e del colpo di fortuna i motori primari del suo lavoro.

Immagini da opere incluse nella mostra Still life, National Gallery e Portait, National Portait Gallery, dal 15 marzo al 28 maggio 2018
Per gentile concessione dell’artista, Frith Street Gallery, Londra, e Marian Goodman Gallery, New York/Parigi
In evidenza: Tacita Dean, Prisoner Pair, 2008. Nel testo: Tacita Dean, His Picture in Little, 2017, frame da film e Tacita Dean, Mario Merz, 2002, frame da film
Articoli Suggeriti
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film

Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.

Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni

Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.

Leggi anche ↓
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film

Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.

Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni

Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.

È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar

Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 

Nel primo teaser di Toy Story 5 scopriamo che anche nel mondo dei giocattoli il nemico è la tecnologia

Il villain di questo quinti capitolo della saga sarà un tablet a forma di rana chiamato Lilypad, doppiato dall'attrice Greta Lee.

È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo

Il suo ruolo nel Sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.

Il nuovo libro di Olivia Laing è un Mr. Ripley con dentro Fellini e Pasolini

In Specchio d'argento, il secondo romanzo di una delle voci più riconoscibili della non fiction contemporanea, Roma e Cinecittà si trasformano in terre dell’illusione, dove tutti stanno fingendo qualcosa.