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Innamorati di Sydney Sweeney

Riservata nella sua vita privata, incasinata nei ruoli che le hanno fatto meritare le nomination agli Emmy: ritratto della diva di Euphoria e White Lotus, da paladina del goblin mode a musa di Miu Miu e Jacquemus.

13 Luglio 2022

Nelle prime puntate di Euphoria, andate in onda nel lontano 2019, quello di Cassie Howard sembrava il personaggio meno interessante. Tutta l’attenzione dei fan della serie scritta da Sam Levinson e prodotta da Drake era rivolta alla tenerissima Rue, la tossicodipendente interpretata da Zendaya, e alla splendida modella transgender Hunter Schafer nei panni della sua nuova amica Jules. Se restava un po’ di spazio nelle fantasie di chi guardava la serie, veniva subito occupato dalla sensualità assertiva di Alexa Demie, che nel ruolo di Maddie ha immediatamente stregato la Gen Z con i suoi look Y2K, e il glow up della bellissima Kat Hernandez nel momento in cui il suo personaggio, la scrittrice di fan fiction Barbie Ferreira, scopre il suo talento di dominatrix e inizia a lavorare come cam girl. In mezzo a un cast pieno di personaggi così affascinanti e anche un po’ diversi da quelli a cui i teen drama ci avevano abituato, la solita biondina con gli occhi azzurri, col suo ruolo di braccio destro della mean girl Maddie, passava quasi inosservata (quasi, perché davanti al suo seno abbondante era difficile distrarsi), così come la sua insipida sorella Lexi, interpretata da Maude Apatow. E invece, chi l’avrebbe mai detto, sarebbero state proprio le sorelle Howard a diventare le protagoniste assolute della serie.

Anche se al centro della seconda stagione c’era lo spettacolo teatrale scritto e diretto da Lexi, Cassie manteneva il ruolo di protagonista emotiva che si era conquistata già nelle ultime puntate della prima stagione, nella potentissima scena dell’aborto, in cui ascoltando “My Body Is a Cage” degli Arcade Fire chiude gli occhi e immagina se stessa mentre pattina sul ghiaccio, la sua passione fin da bambina, sfoggiando uno dei make up di Daniella Devy immediatamente diventati virali. Se nella prima stagione Cassie mostrava i primi segnali di cedimento (ad esempio quando sotto l’effetto di Molly si ritrovava ad avere un orgasmo sulla giostra dei cavallini, davanti a tutti), nella seconda perdeva completamente il controllo tanto da diventare involontariamente la paladina del movimento del goblin mode. Lei che balla da sola totalmente ubriaca, lei che vomita in piscina, lei che, visibilmente disperata, grida «I have never, never been happier!», lei che si sveglia alle 4 ma non per scrivere una sceneggiatura come la sua geniale sorella Lexi, bensì per dedicare alcune ore alla sua laboriosa, aggressiva e ossessiva skin care routine: sono scene che abbiamo visto e rivisto su Instagram e TikTok e che abbiamo usato come reference per i nostri breakdown.

Ma gli adolescenti esauriti (nel corpo e nell’anima, visto che la serie è piaciuta molto anche ai trentenni) non sono stati gli unici a innamorarsi di Euphoria: negli ultimi anni il mondo della moda ha praticamente saccheggiato il cast. Hunter Schafer è diventata la musa di Mugler, Balenciaga si è preso Alexa Demie e Chloe Cherry, l’ex attrice porno che compare nella seconda stagione nel ruolo secondario di un’eroinomane stralunata, ha sfilato nelle ultime settimane della moda per vari brand tra cui Blumarine. Sydney Sweeney è comparsa sulle cover di tutti i femminili del mondo: tra le più belle e recenti, quella di Vogue Hong Kong con le foto di Petra Collins. Ha iniziato coi beauty brand (Laneige, Jergens), poi è stata nominata brand ambassador di Tory Burch, e ha indossato i gioielli di David Yurman. Negli ultimi mesi le collaborazioni più importanti: prima Tyrone Lebon l’ha fotografata con la borsa wonder di Miu Miu, poi è arrivato Jacquemus, che nei bellissimi scatti di Tom Kneller su una spiaggia delle Hawaii l’ha trasformata in una motomami, come direbbe Rosalía.

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Il viso di Sydney Sweeney è speciale: riesce a sembrare bellissimo e naturale come quello di un angelo ma anche artificiale, come se fosse vuoto, senza personalità. Riesce a sembrare una ragazzina di 16 anni (in realtà ne ha 24) ma in certe scene appare sciupata (e saggia, stanca, delusa dalla vita) come una trentenne. Il suo sorriso può essere dolcissimo o diabolico, quando sclera riesce a sembrare ancora più bella (come nella scena dei fiori: quanti meme con scritto «vorrei essere come lei nei miei momenti di disperazione»), oppure orrenda e pericolosamente pazza (altra scena diventata virale: «I’m crazier!»). Sweeney ha anche una sua capacità comica, come quando, sempre in Euphoria, si ritrova a nascondersi nella vasca da bagno: fa pena, certo, ma anche ridere. Perfino la carica erotica che sprigiona è strana: la sua sensualità ha un sapore un po’ malinconico, quasi come se lei stessa soffrisse di essere “troppo sexy”. Una qualità di cui Sam Levinson si è abbondantemente servito (troppo, secondo i suoi hater, che l’hanno accusato di sfruttare il corpo dell’attrice), come dimostra la quantità di scene in cui Cassie appare in topless.

Quando l’avevamo vista in Euphoria ci era sembrata una faccia familiare, e infatti nel 2018 Sydney Sweeney era apparsa in tre serie: la parodia Netflix dei teen drama degli anni Novanta Everything Sucks!, il bellissimo thriller psicologico con Amy Adams Sharp Objects e The Handmaid’s Tale. Nel 2019 è una delle ragazze della Manson Family in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. Nel 2021 è la teenager dalla lingua biforcuta Olivia Mossbacher nella serie White Lotus. Ed è proprio per i suoi ultimi due ruoli, in White Lotus ed Euphoria, che è stata nominata per gli Emmy: rispettivamente come migliore attrice non protagonista in una miniserie o in un film per la tv e migliore attrice non protagonista in una serie drammatica (Zendaya è stata nominata come migliore attrice protagonista, Euphoria è stata candidata come Migliore Serie Drammatica e il 2 settembre dovrà vedersela con Squid game, Ozark, Stranger Things e Succession). Come apprendiamo dal suo profilo Instagram, la prima persona con cui ha condiviso la gioia per le nomination è sua mamma. Dopotutto è anche merito suo: è stata lei a permetterle di iniziare a recitare quando aveva 12 anni, anche se avrebbe voluto che aspettasse ancora qualche anno.

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