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Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.
Al Festival di Locarno verrà presentato Mektoub, My Love: Parte Due di Abdellatif Kechiche, il film che nessuno ha mai voluto proiettare È già il titolo più atteso del concorso, che andrà a completare una trilogia scandalosa e travagliatissima, e sicuramente scatenerà la polemica.
Cosa dice Lena Dunham di Too Much, la sua nuova serie, che esce domani E, soprattutto, 13 anni dopo Girls. In un lungo profilo su Variety, Dunham ha raccontato cosa ha fatto in questi anni e quanto di lei c'è in questa serie.
Dalle prime recensioni, il nuovo Superman sembra più bello del previsto Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent. 
Per combattere i deep fake, la Danimarca garantirà ai suoi cittadini il copyright delle loro facce Il governo sta cambiando la legge sul diritto d’autore per proteggere impedire i "furti" di volti, corpi e voci.
I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.

La collezione museale dedicata al sushi dello Smithsonian di Washington

01 Febbraio 2017

Uno dei principali musei di storia americana degli Stati Uniti ha dedicato una collezione permanente al sushi: lo Smithsonian di Washington ospita la Sushi Collection, una selezione di artefatti relativi alla diffusione del pesce crudo giapponese negli Stati Uniti. La storia del sushi in America inizia a Los Angeles, in un quartiere di cinque isolati noto come “Little Tokyo”, approdo dell’immigrazione nipponica a partire dai primi anni del Novecento. Dopo le vicissitudini delle due guerre mondiali, questo stesso luogo fu il primo incubatore della cultura del sushi: negli anni Sessanta i suoi abitanti inventarono il California Roll per conquistare i palati americani, e nel giro di pochi anni il sushi diventò sinonimo di celebrità e raffinatezza (per chi volesse approfondire, qui c’è un bel sunto di come sono andate le cose).

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Nella collezione dello Smithsonian, ogni oggetto è catalogato e descritto finemente in ogni dettaglio. L’obiettivo dell’istituzione museale, come scrive essa stessa sul suo sito ufficiale, è presentare il trend culinario degli ultimi decenni ai posteri che un giorno guarderanno a noi come a una civiltà perduta. Nella descrizione di “Vassoio per sushi, piccolo”, ad esempio, si legge:

Il contenitore diviso in due parti ha un vassoio nero con un motivo a foglia d’acero rossa e dorata e un coperchio in plastica lucida. La parte in plastica ha una forma che lascia spazio per il sushi al suo interno, e permette che il contenuto del vassoio rimanga visibile dai consumatori. Questo è un esempio di un piccolo vassaio di sushi usato per il packaging del prodotto.

Questi vassoi solitamente contengono diversi roll e nigiri, e comprendono un accompagnamento di wasabi e gari (zenzero sottaceto) come condimenti. Al momento dell’acquisto, al cliente viene fornito un paio di bacchette usa e getta e un pacchetto monouso di salsa di soia. Questi vassoi sono usa e getta, perciò questo sushi preconfezionato è una soluzione conveniente per il pranzo.

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