Cultura | Festival

Studio in Triennale 2020, in formato digitale

Che cosa c'è nel programma e come guardare il nostro festival che quest'anno è interamente online.

di Studio

L’edizione 2020 di Studio in Triennale è stata diversa, come quest’anno strano per tutti noi. Non potendo realizzare, come per le precedenti otto edizioni, un evento dal vivo in cui fare incontrare i nostri lettori con le storie che scegliamo per la nostra rivista, abbiamo immaginato questo festival, arrivato alla nona edizione, come un numero speciale. Un numero fatto di 6 appuntamenti, di persone che parlano e si scambiano idee, anche se attraverso uno schermo. Lo sfondo è rimasto lo stesso, quello della Triennale di Milano, un luogo che amiamo e che ci ha visto “crescere”. Da una sala del museo abbiamo infatti condotto questi sei incontri. Li abbiamo registrati e ve li proponiamo adesso sotto forma di video, in una sezione speciale di questo sito che abbiamo creato per l’occasione e che resterà aperta a tutti, proprio come un festival, ma senza un limite di durata.

C’è Alessandro Borghi che insieme a Salmo e a Guido Brera parla di com’è stato curare il nuovo numero di Studio e del perché il tema degli “incontri”, a cui il numero è dedicato, è per lui così importante. Con Paolo Giordano, invece, abbiamo fatto il punto sulla situazione del Coronavirus, soprattutto sul rapporto tra scienza e parola, sugli errori che abbiamo fatto e su come ne usciremo. Abbiamo voluto dedicare poi un altro incontro a un tema su cui siamo tornati più volte, ovvero la possibilità di fare in Italia un pop intelligente, in particolare al livello televisivo, un tema su cui in questo caso si sono confrontati Costantino della Gherardesca e Simona Ercolani. Cecilia Sala, Chiara Lalli, Nicola Lagioia e Pablo Trincia rappresentano invece gli autori di un nuovo modo italiano di raccontare la cronaca nera attraverso podcast e romanzi. Alessandro Tommasi, Davide Giannella, Alberto Calcagno e Riccardo Barberis hanno dialogato sulle sfide dell’innovazione digitale sia dal punto di vista dei contenuti che da quello delle infrastrutture. Mentre Simona Flacco, Leonardo Caffo, Jonathan Bazzi e Giorgio Tacchia hanno parlato di luoghi e lavoro e di come, inaspettatamente, la casa sia diventata così centrale nelle nostre vite.