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I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Uno studio ha provato a spiegare perché è così difficile piacere ai buttafuori dei club di Berlino

E soprattutto a Sven Marquardt, il leggendario buttafuori del Berghain.

31 Marzo 2025

Berlino deve una consistente parte del suo turismo alla scena del clubbing. È quasi certo che, visitando la capitale tedesca, si provi ad andare al Berghain. È quasi certo, però, che non si riesca a entrare. Sven Marquardt, il buttafuori-modello-fotografo del Berghain, è ormai famoso quanto il club stesso. Essere rimbalzati da lui è considerato da molti un vero e proprio rito di iniziazione alla vita notturna berlinese, da cui è impossibile esimersi. Non c’è consiglio o strategia che sembri tenere: Sven è imprevedibile e il Berghain il club più difficile in cui entrare.

Una ricerca congiunta di università tedesche, inglesi e svedesi ha provato però a trovare una logica dietro ai “rimbalzi”. Per quattro anni, dal 2018 al 2022, i ricercatori hanno condotto lunghe e approfondite interviste con buttafuori, proprietari di locali, Dj, persone che lavorano nella security e frequentatori dei club. Cosa è venuto fuori da queste interviste? Innanzitutto che «il processo di selezione per mantenere l’esclusività è intenzionale». I buttafuori, dunque, non vanno a caso: giudicano, secondo alcuni criteri precisi. 

Uno è un criterio estetico abbastanza noto: chi è vestito male o vestito in modo “sbagliato” è inutile anche che si metta in fila. Difficile che uno vestito da tech bro entri al Berghain, per capirsi. Se non ci credete, chiedete a Elon Musk: puoi essere l’uomo più ricco del mondo, ma se non piaci a Sven non c’è dichiarazione dei redditi che tenga, non si passa. Ci sono poi criteri comportamentali: chi in fila fa casino, dà fastidio al prossimo, si fa vedere ubriaco o strafatto, può star certo che passerà la sua serata altrove. «La cura attenta e costante dell’atmosfera nei club ha contribuito alla loro inclusione nella lista del patrimonio culturale Unesco», spiega il professor Michael Kleinaltenkamp della Freie Universität di Berlino, uno degli autori della ricerca. 

Infine, dalla ricerca emerge il fatto che i buttafuori dei club berlinesi praticano una forma un po’ inconscia un po’ consapevole di Dei, di politiche di equità e inclusione. «Etnia, età, sessualità, identità di genere, sono tutte importanti per loro perché contribuiscono a costruire un pubblico cosmopolita e variegato».

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