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Nel cinema non si è mai vista una campagna promozionale come quella di Bugonia Tra siti cospirazionisti e cartelloni vandalizzati, il marketing per il lancio del nuovo film di Yorgos Lanthimos è uno dei più azzeccati degli ultimi anni.
Londra è la città europea che sta battendo ogni record in fatto di telefoni rubati Solo nel 2024 ne sono stati rubati più di 80 mila, la maggior parte dei quali rivenduti poi sul mercato nero internazionale.
È morto Drew Struzan, l’illustratore che ha disegnato le locandine di moltissimi successi di Hollywood Star Wars, Indiana Jones, Ritorno al futuro, E.T, Blade Runner, I Goonies, La cosa: la locandina che vi viene in mente pensando a questi film l'ha disegnata lui.
I lettori di Jia Tolentino non hanno preso bene la sua collaborazione con Airbnb Sia gli ammiratori che i detrattori sono rimasti molto delusi dalla sua decisione di lavorare con un'azienda come Airbnb.
Nella nuova campagna Moncler c’è la reunion di Al Pacino e Robert De Niro Si chiama Warmer Together e vuole celebrare «le emozioni e il calore dello stare insieme».
È morto D’Angelo, l’artista che ha prima rivoluzionato e poi abbandonato la musica soul Aveva 51 anni ed era malato di cancro. Lascia in eredità tre album diventati culto e una storia personale caratterizzata dal difficile rapporto col successo.
Dei 10 film più visti al cinema in Italia nell’ultima settimana, metà sono vecchi titoli tornati in sala Nell'ottobre del 2025, tra i film più visti in Italia ce n'è uno del 1971, uno del 1997, uno del 2001 e uno del 2009.
Nel suo primo viaggio diplomatico all’estero, il ministro degli Esteri afghano ha dovuto affrontare un grosso problema: le giornaliste Ospite in India, Amir Khan Muttaqi ha cercato in tutti i modi di evitare di rispondere alle domande delle giornaliste, escludendole anche dalle conferenze stampa.

Stan Lee, gigante

Se ne è andato il più grande creatore di mondi che abbiamo conosciuto.

13 Novembre 2018

Ieri se ne è andato un ragazzo di 95 anni che ha fatto sognare intere generazioni. È Stan Lee, che tutti hanno definito “il padre dei supereroi”, mentre a ben vedere è stato qualcosa di più, un vero Dio o “demiurgo”, creatore di un universo immaginario abitato da tantissimi personaggi – più di trecento – e coerente in se stesso. Il mondo degli eroi Marvel su cui Stan “The Man” Lee ha esercitato per decenni, da direttore editoriale, il suo genio e sorriso. Nato il 28 dicembre 1922 a New York, Stanley Martin Lieber era figlio di ebrei di origine rumena immigrati in America e si firmò “Stan Lee” nel 1941 per la sua prima storia apparsa in Captain America Comics n.3 per la Timely Comics, in seguito diventata Marvel. Lee era entrato in casa editrice come tuttofare nel 1939 e quelle due pagine di storia, infilate all’ultimo minuto nell’albo, gli diedero, come ricordò, «un certo senso di grandeur». Era solo l’inizio e Lee divenne presto sceneggiatore di albi completi.

Una scultura dell’Uomo Ragno sul tetto di un cinema in Germania (17 agosto 2011, foto di Jens Wolf/Afp/Getty Images)

Di mezzo, ci si infilò la Seconda Guerra Mondiale, ma al suo termine Lee era di nuovo al lavoro e, all’inizio degli anni Sessanta, iniziò la sua rivoluzione. Ad accompagnare le sue parole, Lee aveva di fianco due disegnatori straordinari: Jack Kirby e Steve Ditko. Nacquero così i Fantastici Quattro (1961), l’Uomo Ragno (1962), Hulk (1962), Thor (1962), Iron Man (1963), gli X-Men (1963) e il Dottor Strange (1963), giusto per citare i maggiori, e in quel mondo di super eroi entrarono fin da subito sensazioni inedite come il dubbio e la comicità. Il lato umano degli eroi, la loro fragilità nella loro parte di vita normale, dalla cecità di Matthew “Matt” Murdock, ovvero Daredevil (1964), alla timidezza di Peter Parker con la splendida e amata Mary Jane, era lontano anni luce dai granitici Batman e Superman della DC Comics ed è stata una delle chiavi del loro successo. Altre, da non trascurare, sono state la capacità di creare cattivi memorabili e di filtrare gli ideali della società americana senza dimenticare, talvolta, delle prese di posizioni anche politiche, come nel caso di Black Panther (1966), o nel ragionare sulla diversità, e sul fatto che sia straordinario essere diversi, attraverso i mutanti X-Men (entrambi eroi creati con Kirby). Infine, fondamentale, è aver creato la “continuity” del mondo Marvel: il fatto che tutti gli albi e tutti i personaggi appartengono a uno stesso mondo e non ci sono incongruità. La “continuity”, quando si è ragazzi e fumettari, è una religione laica che provoca dipendenza, liti infinite e guerre filologiche su quale storia venga prima o in parallelo o in un altra realtà rispetto a un’altra.

Lee è tornato alla ribalta negli anni Zero quando Hollywood ha individuato l’ultimo giacimento di immaginario (e dollari) proprio in quel mondo di super eroi che non aveva più un enorme seguito di lettori, ma un grande potenziale immaginifico pronto a esplodere sul grande schermo. E così è stato ed è tuttora. Il risultato è un passaggio di cicli pop epici di generazione in generazione. Se chi scrive lottava per accaparrarsi l’Uomo Ragno in edicola – riportato dalla Star Comics in Italia dopo la chiusura dell’editoriale Corno – e varie edizioni americane, i ragazzi oggi vanno in coda per il nuovo blockbuster targato Marvel Studios dove, magari, in passato hanno riconosciuto i baffoni bianchi di Lee che ha fatto un cammeo in ogni film. Certo, sono cambiati i supporti: cinema, video game, web sono ben diversi dall’adorata carta scadente degli albi americani, da conservare religiosamente in singole buste di plastica. Ovviamente esistono ancora i fumetti, ma il mercato di quelle storie è ormai ben più imponente altrove. Intanto, Lee, che chiudeva i suoi editoriali firmandosi “Excelsior!”, è andato via, ma probabilmente è in qualche albo che non abbiamo ancora letto, in uno dei tanti mondi paralleli del suo splendido immaginario che resterà con noi. Ok, ‘nuff said – come scriveva spesso Lee – ho detto abbastanza, vado a deporre i miei fiori ai piedi del Baxter Building, il Quartier Generale dei Fantastici Quattro.

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