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C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Stan Lee, gigante

Se ne è andato il più grande creatore di mondi che abbiamo conosciuto.

13 Novembre 2018

Ieri se ne è andato un ragazzo di 95 anni che ha fatto sognare intere generazioni. È Stan Lee, che tutti hanno definito “il padre dei supereroi”, mentre a ben vedere è stato qualcosa di più, un vero Dio o “demiurgo”, creatore di un universo immaginario abitato da tantissimi personaggi – più di trecento – e coerente in se stesso. Il mondo degli eroi Marvel su cui Stan “The Man” Lee ha esercitato per decenni, da direttore editoriale, il suo genio e sorriso. Nato il 28 dicembre 1922 a New York, Stanley Martin Lieber era figlio di ebrei di origine rumena immigrati in America e si firmò “Stan Lee” nel 1941 per la sua prima storia apparsa in Captain America Comics n.3 per la Timely Comics, in seguito diventata Marvel. Lee era entrato in casa editrice come tuttofare nel 1939 e quelle due pagine di storia, infilate all’ultimo minuto nell’albo, gli diedero, come ricordò, «un certo senso di grandeur». Era solo l’inizio e Lee divenne presto sceneggiatore di albi completi.

Una scultura dell’Uomo Ragno sul tetto di un cinema in Germania (17 agosto 2011, foto di Jens Wolf/Afp/Getty Images)

Di mezzo, ci si infilò la Seconda Guerra Mondiale, ma al suo termine Lee era di nuovo al lavoro e, all’inizio degli anni Sessanta, iniziò la sua rivoluzione. Ad accompagnare le sue parole, Lee aveva di fianco due disegnatori straordinari: Jack Kirby e Steve Ditko. Nacquero così i Fantastici Quattro (1961), l’Uomo Ragno (1962), Hulk (1962), Thor (1962), Iron Man (1963), gli X-Men (1963) e il Dottor Strange (1963), giusto per citare i maggiori, e in quel mondo di super eroi entrarono fin da subito sensazioni inedite come il dubbio e la comicità. Il lato umano degli eroi, la loro fragilità nella loro parte di vita normale, dalla cecità di Matthew “Matt” Murdock, ovvero Daredevil (1964), alla timidezza di Peter Parker con la splendida e amata Mary Jane, era lontano anni luce dai granitici Batman e Superman della DC Comics ed è stata una delle chiavi del loro successo. Altre, da non trascurare, sono state la capacità di creare cattivi memorabili e di filtrare gli ideali della società americana senza dimenticare, talvolta, delle prese di posizioni anche politiche, come nel caso di Black Panther (1966), o nel ragionare sulla diversità, e sul fatto che sia straordinario essere diversi, attraverso i mutanti X-Men (entrambi eroi creati con Kirby). Infine, fondamentale, è aver creato la “continuity” del mondo Marvel: il fatto che tutti gli albi e tutti i personaggi appartengono a uno stesso mondo e non ci sono incongruità. La “continuity”, quando si è ragazzi e fumettari, è una religione laica che provoca dipendenza, liti infinite e guerre filologiche su quale storia venga prima o in parallelo o in un altra realtà rispetto a un’altra.

Lee è tornato alla ribalta negli anni Zero quando Hollywood ha individuato l’ultimo giacimento di immaginario (e dollari) proprio in quel mondo di super eroi che non aveva più un enorme seguito di lettori, ma un grande potenziale immaginifico pronto a esplodere sul grande schermo. E così è stato ed è tuttora. Il risultato è un passaggio di cicli pop epici di generazione in generazione. Se chi scrive lottava per accaparrarsi l’Uomo Ragno in edicola – riportato dalla Star Comics in Italia dopo la chiusura dell’editoriale Corno – e varie edizioni americane, i ragazzi oggi vanno in coda per il nuovo blockbuster targato Marvel Studios dove, magari, in passato hanno riconosciuto i baffoni bianchi di Lee che ha fatto un cammeo in ogni film. Certo, sono cambiati i supporti: cinema, video game, web sono ben diversi dall’adorata carta scadente degli albi americani, da conservare religiosamente in singole buste di plastica. Ovviamente esistono ancora i fumetti, ma il mercato di quelle storie è ormai ben più imponente altrove. Intanto, Lee, che chiudeva i suoi editoriali firmandosi “Excelsior!”, è andato via, ma probabilmente è in qualche albo che non abbiamo ancora letto, in uno dei tanti mondi paralleli del suo splendido immaginario che resterà con noi. Ok, ‘nuff said – come scriveva spesso Lee – ho detto abbastanza, vado a deporre i miei fiori ai piedi del Baxter Building, il Quartier Generale dei Fantastici Quattro.

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