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Secondo l’Oms, i grandi eventi negli stadi non torneranno prima del 2021
«Sono sospese, all’aperto o al chiuso, le attività di ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali simili destinati all’intrattenimento». È con queste parole che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha vietato di ballare in tutta Italia fino al 7 settembre, con una decisione che arriva dopo una riunione con i governatori in base al Decreto del 7 agosto. Non sorprende quindi che, sempre in tema di assembramenti a carattere ludico, l’Oms preveda che non vi potranno essere eventi negli stadi almeno fino al prossimo anno.
Proprio mentre in molti Paesi sta tornando l’obbligo di portare le mascherine anche all’aperto (in Italia l’obbligo, per ora, vale curiosamente solo dalle 18 alle 6 del mattino), il direttore esecutivo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms, Michael Ryan, ha definito «irrealistica» l’idea che eventi musicali su larga scala possano tornare a svolgersi nel 2020, aggiungendo che, stando alla crescita del numero dei nuovi positivi al virus nel mondo, le potenziali conseguenze potrebbero essere «disastrose». Nonostante in Italia e nel mondo alcuni eventi musicali abbiano avuto luogo nel rispetto delle norme previste per la prevenzione, per tornare a vivere la musica “come una volta”, soprattutto negli stadi, dovremo aspettare un po’.
Anche perché i governi stanno prendendo ulteriori precauzioni. «Grandi folle di 40.000, 50.0000, 60.000 persone… Il rischio non è solo nello stadio, ma anche nella tratta per andare allo stadio», ha detto Ryan. «Basti pensare ai mezzi di trasporto, alle code che si creerebbero fuori dagli stadi, alle file nei bar limitrofi. Non possiamo permetterlo». Come riporta Dazed & Confused, secondo Marc Geiger, co-fondatore del Lollapalooza nonché uno tra i più importanti organizzatori di concerti ed eventi musicali al mondo, per poter assistere a un concerto in uno stadio, magari accalcati nella prato, dovremo aspettare almeno fino al 2022.

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