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06:28 venerdì 24 ottobre 2025
Nelle recensioni di Pitchfork verranno aggiunti il voto dei lettori accanto a quello del critico E verrà aggiunta anche una sezione commenti, disponibile non solo per le nuove recensioni ma anche per tutte le 30 mila già pubblicate.
Trump ci tiene così tanto a costruire un’enorme sala da ballo alla Casa Bianca che per farlo ha abbattuto tutta l’ala est, speso 300 milioni e forse violato anche la legge Una sala da ballo che sarà grande 8.361 e, secondo Trump, assolverà a un funzione assolutamente essenziale per la Casa Bianca.
L’episodio di una serie con la più alta valutazione di sempre su Imdb non è più “Ozymandias” di Breaking Bad ma uno stream di Fortnite fatto da IShowSpeed Sulla piattaforma adesso ci sono solo due episodi da 10/10: "Ozymandias" e “Early Stream!”, che però è primo in classifica perché ha ricevuto più voti.
Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".
A Los Angeles hanno organizzato una proiezione di Bugonia solo per persone pelate o disposte a farsi rasare a zero prima di entrare È anche una maniera per sentirsi vicini a Emma Stone, che per la sua interpretazione nel film ha deciso anche lei di rasarsi a zero.
ATM ha messo online l’archivio delle sue vecchie campagne e sono bellissime I manifesti, i depliant e le locandine di Azienda Trasporti Milanesi riflettono l’evoluzione del costume e della società milanese.
Anche quest’anno, il solito Tommaso Debenedetti ha diffuso la solita fake news sull’improvvisa morte del vincitore del Nobel per la Letteratura L'autodefinitosi «campione italiano della menzogna» prosegue così la sua lunga striscia di bufale a tema letterario, stavolta la vittima è László Krasznahorkai.
ChatGPT ha lanciato il suo browser con il quale vuole fare concorrenza a Google Chrome Si chiama Atlas, integra l’AI sin dalla barra di ricerca e aspira a insidiare il primato del web browser più utilizzato al mondo di Chrome.

Laurearsi in moda

Cos’è successo al Graduation Show dello Iuav di Venezia.

04 Luglio 2019

Come ogni anno dal 2011, la sfilata di fine anno dei corsi di laurea in moda dell’Università Iuav di Venezia è un momento di necessaria calma (almeno per gli spettatori, non certo per gli studenti coinvolti), che permette di fare qualche più ampia riflessione sullo stato delle cose della moda in Italia. A partire dal tema-titolo della manifestazione, che di volta in volta ha voluto suggerire una, tante, strade per interpretare quanto succedeva. Nel 2017 era “L’innocenza del muro”, l’anno scorso “Fattore campo”, quest’anno è “Punto notevole”: come scrive la direttrice dei corsi Maria Luisa Frisa nel testo che accompagna il lookbook delle collezioni, «non si tratta di un messaggio chiarificatore ma di un titolo accogliente, una suggestione». I punti notevoli sono, sulle carte nautiche, tutte quelle costruzioni erette dall’uomo o quelle conformazioni naturali che sono facilmente individuabili da lontano e possono aiutare nella navigazione: sono i fari, le torri, le isole, le montagne. L’idea del punto, inteso come riferimento, come alt, come fulcro, si allarga e abbraccia «la direzione artistica, il set up, l’identità visiva, la regia, il sound».

La sfilata finale è un vero laboratorio collettivo. Gli studenti della triennale sono stati infatti accompagnati nel loro percorso da Arthur Arbesser e Veronika Allamayer-Beck, quelli della magistrale da Fabio Quaranta, i tessuti sono realizzati in collaborazione con Bonotto e molte altre aziende locali. A occuparsi del racconto fotografico sono stati chiamati quest’anno rispettivamente Alan Chies e Bea De Giacomo, che hanno scattato i progetti degli studenti attraversando lo spazio dalle Zattere fino al Lido, in quella parte di Venezia meno turistica che lo Iuav ha come missione di valorizzare e coltivare. La performance della serata, invece, è stata affidata a un’insolita collaborazione: quella fra l’artista Jacopo Miliani e la performer Sofia Ginevra Giannì, meglio conosciuta come @saggnapoli, che ha letto l’inizio del Tractatus Logico-philosophicus di Ludwig Wittgenstein e l’ha mescolato con la personalità esagerata e caricaturale che si è creata su Instagram, dove gioca con un certo stereotipo di donna napoletana. Così finisce che la sua voce mentre legge Wittgenstein viene remixata nella colonna sonora con le canzoni di Liberato, che riecheggiano nello spazio tra il Magazzino 5, sede della Cà Foscari, e il Magazzino 6, dove si tengono invece i corsi Iuav. Le collezioni scelte per la sfilata finale solcano perciò lo stesso spazio che gli studenti sono abituati a percorrere durante la loro quotidiana attività didattica e, allo stesso tempo, lo rimodellano. È interessante analizzare, nel succedersi delle uscite, i punti notevoli degli studenti Iuav, i loro fari e le loro montagne, per così dire: quali sono i loro riferimenti (l’Italia, Venezia, un ricordo d’infanzia, il proprio bagaglio familiare e culturale) e quali gli stilisti e le pratiche dell’abito che più sembrano interessargli, da Martin Margiela a Demna Gvasalia, da Raf Simons a Rei Kawakubo di Comme des Garçons, giusto per citarne alcuni.

L’imprinting dello Iuav è chiaro e facilmente riconoscibile: c’è un metodo nell’approcciarsi alle cose della moda che è proprio di questa scuola e che si fonda sul legame con il territorio che la circonda. Per questo è stato bello ritrovare, tra i testi critici di quest’edizione, l’articolo che Cesare De Michelis aveva scritto per il Corriere del Veneto in occasione della sfilata del luglio 2017. A quasi un anno dalla scomparsa del critico ed editore, che se n’è andato lo scorso 10 agosto, le sue parole raccontano al meglio cos’è che si prova andando a vedere gli studenti Iuav e le loro collezioni di laurea: «Forse è da qui, da una convergenza virtuosa di un’altra Venezia che ancora resiste e ha bisogno di Mestre per espandersi, dormirci, ricaricare le energie di una modernità troppo a lungo tenuta distante, se non rinnegata, che può ripartire un progetto metropolitano che preveda industrie, servizi, laboratori e gente che lavora per vivere, senza sperare di cavarsela subaffittando le stanze di casa, parassiti insoddisfatti». Sono parole ancora valide e, a pensarci bene, si possono estendere, come speranza, a tutta l’Italia.

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