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03:13 sabato 18 ottobre 2025
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 
La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli animali sono bagagli e quindi può capitare che le compagnie aeree li perdano Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
È uscito il memoir postumo di Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Jeffrey Epstein Si intitola Nobody’s Girl e racconta tutti gli abusi e le violenze subiti da Giuffré per mano di Epstein e dei suoi "clienti".
È morto Paul Daniel “Ace” Frehley, il fondatore e primo chitarrista dei KISS Spaceman, l'altro nome con cui era conosciuto, aveva 74 anni e fino all'ultimo ha continuato a suonare dal vivo.
Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.
Oltre alle bandiere di One Piece, nelle proteste in Usa è spuntato un altro strano simbolo: i costumi gonfiabili da animale Costumi da rana, da dinosauro, da unicorno: se ne vedono diversi in tutte le città in cui si protesta con Trump e contro l'Ice.
Secondo Christopher Nolan, non c’è un attore che quest’anno abbia offerto un’interpretazione migliore di The Rock in The Smashing Machine Quello del regista è il più importante endorsement ricevuto da The Rock nella sua rincorsa all'Oscar per il Miglior attore protagonista.
Dopo 65 anni di pubblicazione, Il Vernacoliere chiude ma non esclude il ritorno Lo ha annunciato su Facebook il fondatore e direttore Mario Cardinali, che ha detto di essere «un po' stanchino» e spiegato la situazione di crisi del giornale.

La prova della settimana lavorativa corta in Uk è andata benissimo

21 Febbraio 2023

È difficile trovare qualcuno che, in questi anni post-Covid, non si sia trovato a ripensare completamente il suo rapporto col lavoro. Da chi ha aderito al fenomeno delle Grandi Dimissioni, mollando tutto e cambiando vita, a chi si è dovuto accontentare del “quiet quitting” e continuare a svolgere il suo compito senza alcun entusiasmo né coinvolgimento, imparando a separare il lavoro dalla vita fuori dal lavoro. In alcuni casi, però, il post-Covid è coinciso con un grande miglioramento della qualità della vita: ad esempio per chi, a partire dal primo lockdown, ha potuto abbracciare una condizione di smartworking totale e perenne, continuando a fare il lavoro che faceva prima da qualsiasi luogo. È andata bene anche a chi stava sperimentando soluzioni ibride tra smartworking e ufficio, che si sono protratte fino ad oggi. Ma tra i più fortunati ci sono sicuramente i lavoratori che hanno partecipato alla più grande e ambiziosa prova generale di settimana lavorativa corta del mondo, messa in atto negli ultimi mesi nel Regno Unito con risultati entusiasmanti.

L’ha riportato il Guardian: la stragrande maggioranza delle aziende che ha preso parte alla prova ha scelto di continuare con il nuovo modello di lavoro. Delle 61 aziende che hanno deciso di partecipare alla “prova” di sei mesi, 56 hanno esteso l’accesso alla settimana di quattro giorni e 18 l’hanno resa permanente. I risultati saranno presentati ai parlamentari oggi, martedì 21 febbraio, per sollecitarli a valutare la possibilità di rendere disponibile la settimana di 32 ore lavorative potenzialmente a tutti. Il progetto, iniziato lo scorso giugno, è stato promosso da 4 Day Week Global, un’organizzazione no-profit fondata in Nuova Zelanda e supervisionata dal think tank Autonomy e da un team di accademici. Il direttore di 4 Day Week Campaign, Joe Ryle, ha definito il progetto un «importante momento di svolta», spiegando che «il benessere del personale è migliorato notevolmente e la produttività aziendale è stata mantenuta o aumentata in quasi tutti i casi».

Alle aziende partecipanti sono stati offerti workshop e consulenze per aiutarle a ripensare le abitudini lavorative. Al personale è stata data l’opportunità di mantenere lo stipendio che avevano percepito fino all’inizio dell’esperimento, lavorando per quattro giorni anziché cinque (tutti hanno scelto di eliminare il lunedì o il venerdì), aggiungendo un’ora di lavoro in più al giorno. In totale, hanno preso parte al progetto pilota circa 2.900 dipendenti in tutto il Regno Unito. I sondaggi tra il personale condotti prima e dopo hanno rilevato che il 39 per cento ha affermato di essere meno stressato, il 40 per cento dormiva meglio e il 54 per cento ha affermato che era più facile bilanciare il lavoro e le responsabilità domestiche. Il numero di giorni di malattia presi durante la sperimentazione è diminuito di circa due terzi e il 57 per cento in meno di personale ha lasciato le aziende partecipanti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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