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02:44 mercoledì 26 novembre 2025
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.
È morto Jimmy Cliff, l’uomo che ha fatto scoprire il reggae al mondo Aveva 81 anni e senza di lui non sarebbe esistito il reggae per come lo conosciamo oggi. Anche Bob Marley deve a lui il suo successo.
Gli elettori di Ompundja, Namibia, sono così contenti del consigliere regionale Adolf Hitler Uunona che lo rieleggeranno Si vota il 26 novembre e il politico dallo sfortunato nome è praticamente certo di essere rieletto nel consiglio regionale dell'Oshana.
Edoardo e Angelo Zegna: la quarta generazione della famiglia Zegna diventa Co-Ceo del brand Ermenegildo Zegna, nipote del fondatore del marchio, si sofferma sull'importanza come leader del guardare avanti impegnandosi a formare la prossima generazione di leadership
Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento  Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vince il premio.

La prova della settimana lavorativa corta in Uk è andata benissimo

21 Febbraio 2023

È difficile trovare qualcuno che, in questi anni post-Covid, non si sia trovato a ripensare completamente il suo rapporto col lavoro. Da chi ha aderito al fenomeno delle Grandi Dimissioni, mollando tutto e cambiando vita, a chi si è dovuto accontentare del “quiet quitting” e continuare a svolgere il suo compito senza alcun entusiasmo né coinvolgimento, imparando a separare il lavoro dalla vita fuori dal lavoro. In alcuni casi, però, il post-Covid è coinciso con un grande miglioramento della qualità della vita: ad esempio per chi, a partire dal primo lockdown, ha potuto abbracciare una condizione di smartworking totale e perenne, continuando a fare il lavoro che faceva prima da qualsiasi luogo. È andata bene anche a chi stava sperimentando soluzioni ibride tra smartworking e ufficio, che si sono protratte fino ad oggi. Ma tra i più fortunati ci sono sicuramente i lavoratori che hanno partecipato alla più grande e ambiziosa prova generale di settimana lavorativa corta del mondo, messa in atto negli ultimi mesi nel Regno Unito con risultati entusiasmanti.

L’ha riportato il Guardian: la stragrande maggioranza delle aziende che ha preso parte alla prova ha scelto di continuare con il nuovo modello di lavoro. Delle 61 aziende che hanno deciso di partecipare alla “prova” di sei mesi, 56 hanno esteso l’accesso alla settimana di quattro giorni e 18 l’hanno resa permanente. I risultati saranno presentati ai parlamentari oggi, martedì 21 febbraio, per sollecitarli a valutare la possibilità di rendere disponibile la settimana di 32 ore lavorative potenzialmente a tutti. Il progetto, iniziato lo scorso giugno, è stato promosso da 4 Day Week Global, un’organizzazione no-profit fondata in Nuova Zelanda e supervisionata dal think tank Autonomy e da un team di accademici. Il direttore di 4 Day Week Campaign, Joe Ryle, ha definito il progetto un «importante momento di svolta», spiegando che «il benessere del personale è migliorato notevolmente e la produttività aziendale è stata mantenuta o aumentata in quasi tutti i casi».

Alle aziende partecipanti sono stati offerti workshop e consulenze per aiutarle a ripensare le abitudini lavorative. Al personale è stata data l’opportunità di mantenere lo stipendio che avevano percepito fino all’inizio dell’esperimento, lavorando per quattro giorni anziché cinque (tutti hanno scelto di eliminare il lunedì o il venerdì), aggiungendo un’ora di lavoro in più al giorno. In totale, hanno preso parte al progetto pilota circa 2.900 dipendenti in tutto il Regno Unito. I sondaggi tra il personale condotti prima e dopo hanno rilevato che il 39 per cento ha affermato di essere meno stressato, il 40 per cento dormiva meglio e il 54 per cento ha affermato che era più facile bilanciare il lavoro e le responsabilità domestiche. Il numero di giorni di malattia presi durante la sperimentazione è diminuito di circa due terzi e il 57 per cento in meno di personale ha lasciato le aziende partecipanti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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