Hype ↓
15:56 mercoledì 3 dicembre 2025
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.

La storia di Senko Karuza potrebbe convincervi ad abbandonare finalmente la città

Lo scrittore, filosofo e chef croato, che ha lasciato Zagabria per andare a vivere in un baia semi deserta sull'isola di Lissa, ci racconta la sua storia in occasione dell'uscita della prima edizione italiana del libro L'isola.

06 Giugno 2024

«Mi piace dire a quelli della terraferma che hanno tutto quello che mi manca, e a me stesso che ho tutto quello che manca a loro». Senko Karuza, poeta, filosofo e scrittore croato, ha chiuso con la vita di città ma non ha cercato solo un buen retiro lontano da Zagabria: voleva una nuova vita dentro se stesso. Da qualche hanno vive sull’isola di Lissa (Vis) e la capitale è diventata un lontano ricordo. «I miei amici scrittori [ci dice in questa che è la sua prima intervista italiana, nda] che vivono in città soffrono il mio stesso tormento nel trovare il tempo libero necessario per scrivere: mentre io sto nella mia vigna che mi prende tutto, loro sono negli uffici, nelle scuole o nelle redazioni. E ci invidiamo a vicenda e questo sarà sempre così».

Karuza esce per la prima volta in Italia, dopo essere stato riconosciuto ampiamente nel suo Paese e fuori, con Isola. Storie di un filosofo-chef dal cuore dell’Adriatico (per Bottega Errante, traduzione di Ginevra Pugliese), un curioso libretto fatto di brevi capitoli tematici. Karuza ha preso in gestione da qualche anno una konaba, una locanda, in una piccola e sperduta baia, Mala Travna, dove offre da mangiare ai turisti soprattutto piatti di pesce (pescato da lui, che è anche produttore di vini).

Senko Karuza

La vita dell’isola scorre lenta, tra affollamenti estivi in cui conosciamo quanto «la trama sottile dell’ospitalità» dei proprietari delle case affittate ai turisti rimanga «impenetrabile», e località semideserte nelle altre stagioni dell’anno dove chi rimane coltiva la terra, cura gli gli ulivi e le vigne. Gli isolani allora vanno al porto a vedere chi arriva e poi ritornano indietro infilando i vicoli e alzando i baveri delle giacche per proteggersi dal vento. Dopodiché al bar: «Tutti sono benvenuti al caffè del mattino in piazza, se fanno parte della ristretta cerchia di amici della piccola comunità. Ma bisogna assolutamente voltare le spalle al muro, guardare il mare, avere il pieno controllo sulla piazza». Forse è una vita simile a quella di chi non è isolano «ma le differenze tra la vita sull’isola e quella sulla terraferma – ci spiega lo scrittore – sono enormi». La sensazione di isolamento e di distanza, l’impossibilità di muoversi a piacimento, un territorio molto piccolo che è impossibile espandere, la sensazione di abbandono e di solitudine, sono tutti elementi che possono avere effetti molto gravi sulla salute mentale ed è certo che non tutti riescono ad affrontarli, soprattutto chi qui non è nato e non ci ha trascorso l’infanzia e gli anni formativi.

In questo senso Senko, capelli e barba canuti, dice che il suo è stato un passaggio indolore: «l’indisponibilità di ogni cosa era già intessuta in me, dovevo solo trovare delle buone ragioni e dei vantaggi per ritornare». Pur essendo nato a Spalato (il 18 giugno 1957), infatti, ha trascorso l’infanzia e la giovinezza sull’isola di Vis. Poi scuole a Spalato e laurea in Filosofia a Zagabria. Ogni guadagno porta con sé una perdita e la parte più difficile è sapere che non esistono vie di mezzo. «Particolarmente difficile – mi racconta – è stato lasciare l’ambiente urbano, la città dove avrei potuto realizzarmi meglio». Ma ogni piccola storia di Isola dimostra come la scelta sia stata remunerativa, quanto meno dal punto di vista valoriale. Lo dice il racconto intessuto di un amore per il mare e la sua conoscenza, quello del capitolo iniziale, dedicato a La barca.

Karuza pensa che sia possibile trovare una vita piena nell’oggetto più piccolo e nel movimento più semplice, e che se non hai occhio nemmeno la città più vivace del mondo può aiutarti a vedere questa vita. In fondo, dice che «qui sto in pace perchè so che la ricerca del senso è la stessa ovunque». Quella di Karuza è stata una scelta influenzata anche da padrini e numi tutelari: «Non mi sembra un caso che Defoe con il suo Robinson, Huxley con la sua Isola o Hamsun, per citarne solo alcuni del recente passato, per cercare il senso della vita abbiano scelto di fuggire dalla città, e nel loro vagabondare lontano abbiano cercato di penetrare l’essenza della vita su questo pianeta fuori dalle sicure mura cittadine. La ricerca del senso e dello scopo della nostra esistenza è un peso uguale per tutti, ma forse è un po’ più chiara lontano dal calderone dentro al quale ci stiamo cuocendo tutti».

Su questo spiraglio si apre il tema della riscoperta delle aree interne, in vita come in letteratura. E con esso il tema della globalizzazione, che ha portato in maniera tremendamente rapida all’uniformità della vita. «Una delle vie d’uscita da questo vicolo cieco – dice Karuza parlando della saturazione raggiunta dal nuovo progresso e della sensazione di non avere uscita – ci porterà sicuramente verso un ambiente rurale e verso i luoghi solitari dove questi processi si svolgono più lentamente e hanno un volto più umano». Ma anche la sua isola, Lis, sembra dire a Karuza che il senso della vita “lontana” si sta perdendo qui come in città «perché rapidamente sono abbandonate e disabitate, perdono la loro autentica cultura e stanno diventando sempre più luoghi più o meno attraenti per lo svago e per le vacanze» e il libro racconta con franchezza l’ansia di uniformarsi a bisogni prima non percepiti e ora incontrati magari solo nello spicchio dell’estate e attraverso il contagio dei turisti.

Per incarnare con successo il senso del tempo serve avere una pace che nasce dall’osservazione distaccata di quel che è. Come lo scrittore racconta nel libro: «Quando il mare non ci è favorevole, lo dimentichiamo in fretta e lo lasciamo perdere finché non si ravvede, ci volgiamo al villaggio e al fuoco, al caminetto e al cibo che adesso non è più il pesce». Karuza non fa sconti al sé più debole e bisognoso della compagnia di un canto per l’inverno e confessa il male egoistico dell’uccellagione praticata con cecità bisognosa («Soddisfatti, non pensiamo alla libertà», così conclude I cardellini).

Mi piace finire di parlare dell’Isola di Karuza con il Glossario – e con quest’espressione che vorrei fare mia da ora in poi, un modo di dire dalmata che sta per “acqua passata”, per qualcosa che è andato irrimediabilmente perduto: «Adio mare».

Articoli Suggeriti
Con I convitati di pietra Michele Mari si è dato all’horror

Una chiacchierata con lo scrittore in occasione dell'uscita del suo nuovo libro appena pubblicato da Einaudi, una specie di versione milanese, colta, erudita di Squid Game.

Secondo Guillermo del Toro persino Frankenstein può essere bello, amare ed essere amato

Contrariamente al romanzo, la Creatura del film non è affatto l’“abominio” descritto da Shelley, anzi. Ma questa non è l'unica libertà che Del Toro si è preso.

Leggi anche ↓
Con I convitati di pietra Michele Mari si è dato all’horror

Una chiacchierata con lo scrittore in occasione dell'uscita del suo nuovo libro appena pubblicato da Einaudi, una specie di versione milanese, colta, erudita di Squid Game.

Secondo Guillermo del Toro persino Frankenstein può essere bello, amare ed essere amato

Contrariamente al romanzo, la Creatura del film non è affatto l’“abominio” descritto da Shelley, anzi. Ma questa non è l'unica libertà che Del Toro si è preso.

Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia

Le tracce sono comparse a sorpresa sulla piattaforma e sarebbero state ispirate a una vacanza italiana fatta con la sua compagna.

È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop

Noto al grande pubblico come vincitore di un Oscar e di un Golden Globe per la sceneggiatura di Shakespeare in Love.

A Sanremo tiferemo per Sayf

Padre italiano, madre tunisina, una vita tra Rapallo e Genova, non riesce a scegliere chi preferisce tra Bob Marley e Fabrizio De André, ma soprattutto è una delle più interessanti novità del rap italiano: la nostra intervista, per arrivare preparati al Festival.

La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait

Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.