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05:34 martedì 19 agosto 2025
A quanto pare Lana Del Rey è molto arrabbiata con Ethel Cain, ma nessuno ha ancora capito perché Le ha lanciato una frecciatina in una traccia del nuovo album e l'ha bloccata su Instagram: perché ce l'abbia così tanto con Cain, però, non è chiaro.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.
A Liam Gallagher hanno vietato di lanciare tra il pubblico tamburello e maracas alla fine dei concerti perché le persone si picchiavano pur di accaparrarseli È stata l'organizzazione del concerto a dirglielo, per evitare che i fan si «strizzino i capezzoli a vicenda, si tirino le orecchie, si prendano a ginocchiate nelle parti basse».
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.
Sally Rooney ha detto che donerà i proventi degli adattamenti Bbc dei suoi romanzi a Palestine Action Lo ha scritto in un articolo pubblicato sull'Irish Times, in cui attacca (di nuovo) il governo inglese per le sue posizioni filoisraeliane.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.
È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.

La storia degli ambienti di Parasite di Bong Joon-ho

05 Febbraio 2020

Cosa c’è in una ricca casa di Seoul? È la domanda cui Bong Joon-ho ha risposto con il suo Parasite, ambientato in una villa costruita in un set impressionante, interamente creato da zero attraverso la collaborazione con lo scenografo Lee Ha Jun. Un mondo elaborato, costruito secondo le specifiche richieste del regista che desiderava una facciata minimalista in grado di celare una realtà diabolica.

Come riporta Vulture, infatti, «la casa della famiglia Park in cui si svolge la maggior parte del film, è uno dei set più sorprendenti degli ultimi anni», tanto che sulla complessità della sua realizzazione Bong Joon-ho aveva detto: «Ho dovuto progettare meticolosamente quell’ambientazione. Ogni personaggio si muove in spazi propri, per imparare a infiltrarsi negli spazi che non conosce», aggiungendo di essersi sentito lusingato del fatto che numerosi registi, tra i quali Iñarritu, avessero pensato si trattasse di una casa vera. E invece è stata progettata per fare di Parasite un «film di scale», come lo ha definito il regista a Vulture. Le scene più intense del film sono infatti quelle che si svolgono su e giù per le scale, dal seminterrato al bunker sottostante, e Lee e il suo team hanno costruito l’intera struttura organizzandola seconda le rampe e i gradini. La villa dei Park presenta infatti un’architettura verticale complessa, formata da almeno quattro piani – terreno, sopraelevato, seminterrato, sotterraneo – a ognuno dei quali corrisponde una diversa configurazione sociale.

«Lee ha avuto un esaurimento nervoso ogni giorno», ha detto il regista. E non solo per l’architettura labirintica, ma per la presenza sulla scena di oggetti realizzati su misura da un falegname modernista, scelto per la sua estetica spigolosa, e quindi preziosissimi. Grande attenzione è stata data anche al quartiere povero, totalmente ricostruito – «nemmeno il pubblico coreano ha capito fosse finto!» – attraverso materiali recuperati dai quartieri di zone destinate a essere demolite e riqualificate dal governo, come ha spiegato la Bbc, vicoli e strade in cui molte persone vivono ancora in Corea del Sud. «Tra porte, finestre, piastrelle e zanzariere, ho immaginato il quartiere di Ki-taek pensando al seminterrato in cui vivevo durante il college», ha aggiunto Lee. «Mai avrei pensato che quel bagno ammuffito mi sarebbe stato utile».

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