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I Talebani hanno fatto un assurdo video promozionale per invitare i turisti americani a fare le vacanze in Afghanistan Il video con la sua surreale ironia su ostaggi rapiti e kalashnikov, mira a proporre il paese come meta di un “turismo avventuroso”.
Justin Bieber ha pubblicato un nuovo album senza dire niente a nessuno Si intitola Swag e arriva, a sorpresa, quattro anni dopo il suo ultimo disco, anni segnati da scandali e momenti difficili.
Damon Albarn ha ammesso che la guerra del Britpop alla fine l’hanno vinta gli Oasis Il frontman dei Blur concede la vittoria agli storici rivali ai fratelli Gallagher nell’estate della loro reunion.
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

Hakimono, le scarpe in pelle fatte in Giappone

Il consorzio Hakimono raccoglie alcuni dei marchi che esprimono la migliore tradizione calzaturiera giapponese, con una particolare attenzione alla sostenibilità.

di Studio
24 Febbraio 2021

“Hakimono” in giapponese significa genericamente “cose ​​che camminano con i piedi”. Ed è anche il nome di un consorzio il cui obiettivo è incoraggiare e sviluppare l’industria giapponese delle calzature in pelle attraverso un’accorta selezione di marchi che coniugano la tradizione artigianale del Paese con le nuove tecnologie di produzione e un ottimo design. Uno dei focus è la sostenibilità, come nel caso di Numero Uno, brand che utilizza un materiale in pelle unico. Il marchio ha infatti brevettato una speciale scarpa in pelle realizzata dal pesce palla (“Fugu”). Ittestu Ohyama, designer di Numero Uno, è convinto che utilizzare materiali di scarto possa innescare un processo di produzione virtuoso, che miri a dare nuova vita a qualcosa che altrimenti sarebbe sprecato. Un altro materiale con cui sta sperimentando è la pelle di daino: Ohyama ha infatti collaborato con una delle più famose aree conciarie di pelle di daino “Yoshino” nella prefettura di Nara. E ora sta lavorando per ottenere una pelle color indaco, che renderà il materiale più forte, risolvendo così uno dei più grandi punti deboli della pelle di daino. Come designer di scarpe in pelle, Ohyama vorrebbe contribuire a gestire il buon equilibrio tra natura e industria della moda lavorando sempre sull’utilizzo di materiali naturali.

 

Kyoko Sasage, invece, utilizza il tradizionale metodo della carta “Washi” per realizzare le sue scarpe. La carta Washi è più resistente e sottile della carta europea e può essere utilizzata come fibra di tessuto nella sua forma originaria. Partendo dall’idea di ridurre il carico ambientale prodotto dall’industria della moda, molti marchi e addetti ai lavori stanno da anni cercando un sostituto appropriato della fibra chimica e il tessuto Washi potrebbe essere una buona soluzione. Esiste in natura ed è piuttosto resistente. Per la sua elevata traspirabilità e per la funzione antibatterica, poi, è particolarmente adatta a essere posizionata all’interno della calzatura. Inoltre, utilizzando questo materiale per le scarpe di cuoio, il prodotto finale sarà biodegradabile. Si chiama pelle “Nibe” quella brevettata dal designer H. Katsukawa per il suo marchio omonimo, che valorizza la forma naturale e ha una speciale texture non uniforme. Per il marchio, è anche un’occasione di pensare il prodotto all’interno di un ciclo naturale, offrendo la possibilità di indossare qualcosa di unico così come sono unici i clienti, intesi come esseri umani dotati di capacità di scelta ed etica.

Hiroshi Kida

Il designer Hiroshi Kida, infine, è a capo di due marchi sotto la sua azienda Studio Imago: uno è quello che porta il suo nome, l’altro è +SOLE (ADDITIONAL SOLE). Le scarpe di Hiroshi Kida sono prodotte con il tradizionale metodo italiano Blake, in cui un’unica cucitura tiene unite la suola, la fodera, la tomaia e il sottopiede. Secondo il designer, dopo il boom della produzione industriale del 19esimo e 20esimo secolo, di cui oggi vediamo gli enormi costi ambientali e umani, è il momento di tornare ai metodi antichi, perché «la nuova domanda sarà soddisfatta alla vecchia maniera», un’affermazione che sembra paradossale solo in un primo momento. Per +SOLE (ADDITIONAL SOLE), invece, si avvale della tecnica dell’upcycling, mediante cui il designer dà nuova vita a vecchie calzature. Questa idea si adatta bene anche alle nuove esigenze emerse nell’industria della moda, tanto più dopo la pandemia, in cui abbiamo imparato quanto sia importante prenderci cura del pianeta che abitiamo.

Numero Uno

H. Katsukawa

Kyoko Sasage

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