L'amministrazione della prigione di La Santé di Parigi ha preso questa decisione per proteggere il Presidente dal suo "fandom" carcerario.
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine
Le journal d’un prisonnier ha già trovato un editore e verrà pubblicato il 10 dicembre. Contiene frasi come «In prigione non c’è niente da vedere e niente da fare».
Appena venti giorni sono passati tra l’ingresso e l’uscita di Nicolas Sarkozy dal carcere di La Santé. Venti giorni che l’ex Presidente racconta nel minimo dettaglio in Le journal d’un prisonnier, suo memoir che uscirà in Francia a breve. Politico calcola che ogni 24 di detenzione siano valse a Sarkozy più di dieci pagine di memorie, riflessioni, considerazioni, appunti.
Il primo Presidente francese a finire in prigione dai tempi del collaborazionista Philippe Pétain pare dunque aver molto da dire sulla vita nel carcere di La Santé. Finito sotto processo con l’accusa di aver accettato finanziamenti illeciti dal regime di Gheddafi per sostenere la campagna elettorale del 2007, Sarkozy ha decido di condividere con il pubblico la sua esperienza da carcerato, seppur breve. Da quanto anticipato quello di Sarkozy non sarà esattamente un racconto sorprendente, dato che negli estratti pubblicati dall’editore su X si leggono considerazioni quali: «In prigione non c’è niente da vedere e niente da fare». Il carcere (che Sarkozy ha vissuto in regime di isolamento, per proteggerlo dagli altri detenuti, in particolare dalle loro insistenti richieste di selfie) viene da lui descritto come un universo fatto di rumore costante, tempo sospeso e silenzi forzati.

Forse a Sarkozy è mancato proprio il tempo di scoprire più a fondo la natura della vita carceraria, che ha “assaggiato” per appena venti giorni. Sufficienti però a suo parere per scrivere un memoir, dopo aver ricevuto migliaia di lettere di stima e affetto da ogni angolo della Francia durante la sua breve permanenza a La Santé. Il libro arriverà nelle libreria il 10 dicembre, giusto in tempo per il Natale. Ci sono regali peggiori, suvvia.
In America, Ben Shapiro, Candace Owens, il defunto Charlie Kirk e Nick Fuentes puntano (e riescono) a farsi ascoltare dal Presidente. In Italia, l'obiettivo è ancora l'ospitata in tv, l'articolo sul giornale, magari scrivere un libro.
Il prossimo Presidente del Cile sarà uno tra José Antonio Kast, candidato molto di destra del Partito repubblicano, e Jeannette Jara del Partido Comunista de Chile.