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15:38 lunedì 15 dicembre 2025
Nonostante diversi media parlino già di omicidio e accusino il figlio Nick, della morte di Rob Reiner e di sua moglie Michelle non si sa ancora quasi nulla La polizia di Los Angeles ha confermato solo il ritrovamento dei cadaveri e l'inizio di un'indagine che contempla anche la «possibilità di omicidio».
Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.

Per fortuna Sanremo è finito prima dell’otto marzo

Tra monologhi fuori dal tempo e imbarazzanti consegne di fiori, il Festival ha dato di nuovo prova di quanto sia indietro in Italia il dibattito sulle donne.

08 Marzo 2021

Conclusa la settimana di Sanremo con la vittoria dei Maneskin, è giustamente ora di archiviare il Festival per un altro anno, sperando che nel 2022 il teatro Ariston si torni a riempire e, magari, ci sia qualcuno a presentare che non sia Fiorello o Amadeus. Tra le tante polemiche, c’è un tema che ha attraversato tutto il Festival ed è quello che riguarda, beh, le donne. Detto così fa anche un po’ ridere, ma la goffaggine con cui gli autori hanno gestito alcune semplici questioni la dice lunga su quanto sia difficile in Italia parlare di donne senza scadere in stereotipi e siparietti imbarazzanti. Senza voler dare al palco di Sanremo significati più profondi di quelli che ha – è pur sempre Rai1 e i talent prima e i social poi hanno spinto il programma verso questa psichedelica formula mista che deve tenere insieme Millennial, Gen Z e ultraottantenni – se c’è una cosa che anche quest’anno è stata confermata, nonostante i tentativi di ringiovanimento, è quanto sia ancora difficile, nel nostro Paese, uscire da certi rigidi schemi di rappresentazione.

Con il suo gesto di passare al compagno di band Dario Mangiaracina il mazzolino di fiori fino a quel momento distribuito solo a chi possedeva una vagina, Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista ha innescato una reazione a catena che si è prolungata per tutta la manifestazione senza però che i conduttori se ne facessero una ragione, finendo per segnalare tutte le volte che “ora a Sanremo i fiori si danno sia agli uomini che alle donne”. C’è stato il carrellino, il valletto (uomo) guantato e la valletta (donna) in abito da sera, simboli viventi di questa incapacità di gestire l’omaggio floreale, e fieri di questa intersezionalità all’italiana ci siamo poi scontrati con Beatrice Venezi, che ha ritenuto di dover specificare di essere “direttore” e non “direttrice” d’orchestra, suo diritto per carità, prendendosi i plausi di Simone Pillon e Matteo Salvini (chi non li vorrebbe) e, allo stesso tempo, le ingiurie sui social per aver castrato l’ampliamento verso l’inclusività della lingua italiana (che come sappiamo è al livello zero). Il livello massimo di cringe, anche più delle continue battutine di Fiorello contro il “politicamente corretto” vecchie prima ancora di essere pronunciate, è stato però raggiunto da Barbara Palombelli, invitata a rappresentare “le donne di spessore”, separate da quelle di spettacolo perché appunto siamo in Italia, che si è lanciata in un monologo che sembrava scritto negli anni Cinquanta.

Invece, nel mondo fatato della televisione italiana, questo edificante miscuglio di banalità e affermazioni che avrebbero fatto incazzare anche Papa Francesco, ci è stato spacciato come il discorso motivazionale che tutte aspettavamo, noi che non abbiamo Michelle Obama ma possiamo scegliere se diventare Giovanna Botteri, dal Libano alla Cina come in una puntata di Pechino Express, o appunto la Palombelli, ma senza i privilegi della sua generazione. Ora, leggere in questi episodi qualcosa di più della sistemica incapacità della televisione pubblica di stare al passo con i tempi sarebbe anche una forzatura, perché Sanremo è Sanremo e l’Italia è un’altra cosa, e perché se di spettacolo vogliamo parlare ci sono state Matilda De Angelis, Elodie, Madame, Veronica Lucchesi, Gaia e Lous and the Yakuza e tante altre che invece su quel palco ci hanno regalato un sacco di cose belle, eppure il pensiero rimane uno solo, a due giorni da quella lunghissima finale: meno male che l’8 marzo è oggi, sennò chissà cosa ci avrebbero propinato.

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