Cultura | Design

Che Salone del Mobile sarà?

Dal 5 al 10 settembre torna a Milano la grande manifestazione dedicata al design, alla sua prima prova dopo l'annullamento causato dalla pandemia.

di Germano D'Acquisto

Atelier CLOB, 5VIE

È la domanda che si fanno tutti nel settore del design. Come sarà questa edizione del Salone del Mobile, la prima dopo quella annullata nel 2020 a causa della pandemia? Da un lato ci sono gli inguaribili ottimisti, che vedono nell’edizione 2021 una sorta di rinascita, dopo mesi di buio e pessimismo cosmico. Dall’altro, gli inguaribili disfattisti che col loro volto torvo scuotono la testa snocciolando i nomi di chi non ci sarà: i cinesi, gli americani, i coreani, i giapponesi, gli eschimesi… Ora siamo al dunque. Che Salone del Mobile sarà? Sarà top o sarà flop? A guardare il calendario del FuoriSalone, vero e proprio termometro della manifestazione, si potrebbe propendere per la prima ipotesi. Sono infatti tantissimi gli appuntamenti da circoletto rosso sparsi in ogni angolo della città: da Brera fino a Porta Nuova, passando per il Tortona District, Porta Venezia, Porta Romana fino a Lambrate. Feste, performance, mostre, talk, temporary store, nuove location: ce n’è per tutti i gusti, soprattutto per chi ama i cortocircuiti creativi che coinvolgono design, arte, nuove tecnologie, sostenibilità e gusto.

Alla Galleria d’arte Moderna in via Palestro, ad esempio, Bvlgari ha chiesto a quattro artisti di realizzare altrettante opere in materiali ecosostenibili. L’obbiettivo? Dare corpo al concetto di “Metamorphosis”. Si tratta di Azuma Makoto, Daan Roosegaarde, Ann Veronica Janssen e Vincent Van Duysen. Tutti insieme appassionatamente, sotto la direzione artistica di Alba Cappellieri, Ordinario al Politecnico di Milano, presentano quattro creazioni capaci di cambiare pelle. Come il lavoro di Makoto, intitolato “The Garden of Eden”, dove i rami di un albero in ottone mutano di continuo nel corso del giorno e della notte. O quello di Veronica Janssens, una scultura che sfrutta la luce e sa giocare con gli effetti ottici. L’opera “Lotus Oculus” di Roosegaarde guarda invece alle architetture del Pantheon e si evolve in un campo di fiori intelligenti che interagiscono con gli esseri umani se sollecitati da luce e calore. Più riflessivo, quasi ascetico, infine il progetto di Van Duysen, che ha ricreato una stanza, un luogo mistico in cui meditare e trovare se stessi  (dal 4 al 10 settembre).

Carlo Mollino, mobile di divisione in legno scolpito e legno impiallacciato, Apelli e Varesio Torino, 1944. Comodato Direzione Regionale Musei Lombardia, Triennale Milano. Foto Gianluca Di Ioia

E a proposito di luoghi magici, dal 4 al 10 settembre Vietato l’ingresso trasformerà 17 camerini del Teatro degli Arcimboldi in micro mondi da esplorare, firmati da altrettanti studi di architettura milanesi. Si tratta di un’occasione unica per ammirare posti solitamente considerati off limit per i comuni mortali. Il progetto, curato da Giulia Pellegrino, coinvolgerà fra gli altri studi quali NM Nick Maltese, Paolo Volpato e Caterina Steiner, Park Associati, RGA studio, studio wok, Enrico Scaramellini Architetto e KÄRLANDRÆ (che ha lavorato all’unione dei vari spazi restituendo un’estetica al corridoio che separa e unisce i 17 camerini). Sempre in tema di teatro, meritano una visita anche le mostre, le installazioni e le performance allestite ai Bagni Misteriosi di Via Carlo Botta 18 e negli spazi del Teatro Franco Parenti sul tema della sacralità. Le installazioni sono curate da Michele De Lucchi e Mario Botta. I due big hanno ideato due progetti ad hoc, dando forma alla loro personale interpretazione architettonica dell’idea di divinità. I lavori fotografici fanno parte del Premio Nazionale di Fotografia, la cui giuria è presieduta da Oliviero Toscani.

La Feltrinelli di Piazza Piemonte, invece, sceglie di rendere omaggio a Fëdor Dostoevskji nell’anniversario dei 200 anni dalla sua nascita, trasformando i suoi spazi fisici in tre luoghi dell’anima: l’ambiente dello scrittore, l’atmosfera del lettore e la proiezione immaginifica della narrazione. Il progetto si chiama “Interno D.200” ed è curato dall’architetto Victor Vasilev per laFeltrinelli. L’installazione, realizzata in collaborazione con Living Divani e Oluce, vuole essere un’interpretazione metaforica del valore della cultura letteraria della Russia del XIX secolo. Il nome scelto non è casuale: D sta per l’iniziale di Dostoevskij; il numero 200, invece, allude all’anniversario della  sua nascita, che cadeva appunto nel 1821. Da non mancare è la visita a Palazzo Bovara, in corso Venezia, trasformato dal magazine Elle Decor ne “La casa fluida”. Un’esperienza sensoriale e visiva, reale e virtuale, dedicata alla casa e al modo in cui essa viene vissuta. Nel cuore di Milano prende vita un’area fluida, appunto, dove l’abitazione non è intesa solo come spazio privato ma anche luogo dedicato al living, al lavoro, allo shopping, al benessere, alla scuola e alla ristorazione. Il progetto di interior è firmato Elisa Ossino Studio insieme al paesaggista Marco Bay per il green.

Stories and Matters, Flagship Store di Rimadesio in via Visconti di Modrone

Chi ha cambiato casa è Alcova, piattaforma di design indipendente di Space Caviar e Studio Vedèt, che ha scelto tre edifici storici immersi in un parco urbano un po’ fuori mano, a Inganni, come sua nuova location. In campo una cinquantina di espositori  che presentano nomi affermati, figure emergenti e sperimentali, ma anche prodotti e materiali innovativi, installazioni, laboratori, progetti site-specific, temi  ecologici, politici e antropologici. Altro evento da segnalare è quello allestito all’interno degli spazi dell’Università degli Studi di Milano (in via Festa del Perdono), dell’Orto Botanico di Brera e di Audi City Lab in occasione di Interni Creative Connections. Una serie di installazioni, mostre tematiche e micro architetture che hanno un doppio scopo: mettere in relazione persone, idee e progetti provenienti da ambiti e culture diversi; e celebrare il trentesimo anniversario del FuoriSalone, nato nel 1990 proprio su iniziativa di Interni.

Spettacolari, poi, gli arredi realizzati da Carlo Mollino per Casa Albonico in scena alla Triennale in occasione di “Allusioni Iperformali”. Un progetto – firmato tra il 1944 e il 1946 con l’ausilio della ditta artigiana Apelli, Varesio & C – che sembra viaggiare nel tempo, in perfetto equilibrio fra passato e contemporaneità. Gli arredi sono presentati per la prima volta con l’allestimento di Carlo Gandolfi, Studio Bunker e raccontano l’universo poetico dell’architetto e designer torinese: le sue ossessioni per la forma, i legami con il Futurismo, gli interessi per l’artigianato, i progetti d’interni, l’ingegneria, la fisica e l’aerodinamica. Le vetrine del flagship store milanese Aspesi di via San Pietro all’Orto 24, nel cuore del quadrilatero della moda, ospitano poi una vera e propria biblioteca. È quella di Hans Ulrich Obrist, ricca di oltre 250 titoli, fra cataloghi, interviste, libri sperimentali, libri d’artista, pamphlet e pubblicazioni effimere. L’allestimento di componenti in vetro Glas, intitolato The Library of Ever, pensato da Patricia Urquiola e curato da Gianluigi Ricuperati, è un omaggio alla sete di conoscenza del leggendario curatore di arte contemporanea d’origine svizzera. I visitatori non avranno un ruolo passivo ma potranno interagire con alcuni dei volumi, entrando dal negozio e sedendosi in una “stanza di lettura trasparente” per leggerli o sfogliarli.

Bvlgari “Metamorphosis”, Vincent Van Duysen Architects

Materiali e finiture sono invece i protagonisti della mostra Stories and Matters, a cura di Studio Juma, allestita dal 5 al 30 settembre nel Flagship Store di Rimadesio in via Visconti di Modrone. Si tratta di una collettiva che riunisce gli still lives firmati da Santi Caleca, Nicolas Polli, Tommaso Sartori, Simone Cavadini e Frank Hülsbömer, tutti presentati in un’inedita modalità video. Fittissimo è anche il programma della 5VIE DESIGN WEEK, quest’anno dedicato a AG Fronzoni, designer, educatore e pensatore italiano. Una settimana di performance, mostre ed installazioni con un focus su art design e sostenibilità. Freschezza, leggerezza e toni pop sono invece gli elementi cardine della mostra L’arredamento Fresco, che Magazzino76 e Galleria Bellucci dedicano allo storico trio De Pas, D’Urbino e Lomazzi. Ospitati all’interno del nuovo spazio espositivo di via Cecilio Stazio 18, dal 4 al 10 settembre con orario continuato (e fino al 30 settembre su appuntamento), ci sono 15 prodotti – dalla poltrona Blow alla recente libreria Abracadabra – fotografie e documenti d’archivio realizzati dal grande studio di progettazione conosciuto in tutto il mondo con la sigla DDL.

Infine, il drink e il food giocano da sempre un ruolo di primissimo piano durante la Design Week. E lo stesso avviene quest’anno. Basta vedere quello che succede a Palazzo Serbelloni, che dal 4 al 12 settembre ospita il Greener Bar di Heineken, bar completamente eco friendly, che prevede un carnet di talk e incontri sul tema della sostenibilità. O in Piazza Minniti, Piazzale Archinto, Via Borsieri, nel quartiere Isola, che per una settimana viene trasformato nel Campari Soda District. Oppure negli spazi dello showroom Nonostante Marras, dove torna a brillare il temporary bistrot & restaurant Famiglia Rana. Un locale in perfetto stile FuoriSalone che nasce dalla partnership tra lo stilista sardo Antonio Marras e il ristorante veronese Famiglia Rana. Nel cuore dei Navigli, poi, il ristorante 28 Posti propone un menù a quattro mani realizzato dallo Chef Marco Ambrosino e dal food designer spagnolo Martí Guixé sul tema della sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con gli studenti del Master in Food Design and Innovation della Scuola Politecnica di Design SPD, è aperta a tutti. Basta prenotare la cena, dal 3 al 12 settembre.