Hype ↓
13:37 lunedì 24 novembre 2025
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzo ad Argento.
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.

Oppenheimer è anche il capolavoro di Robert Downey Jr.

L'interpretazione nel film di Nolan è l'inizio della sua ennesima nuova vita: da giovane prodigio a figlio problematico a probabile candidato all'Oscar, storia di uno dei più grandi talenti del cinema americano.

25 Agosto 2023

«Sono un veleno, sono un genocidio culturale, perché il pubblico è sovraesposto alla trama e alle esplosioni e a tutta la merda, e non racconta niente dell’esperienza di essere umani», diceva il regista Alejandro Iñárritu dei film di supereroi. «Non sono cinema», ha detto Martin Scorsese, «la cosa più simile che mi viene in mente sono i parchi divertimenti». Certo, c’era stata la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, gli X-Men e il Nicholas Cage Ghost Rider, oltre a diversi tentativi precedenti, come il Capitan America con il figlio di Salinger. Ma non rientravano in un grande disegno, erano ancora film che si appoggiavano a personaggi di fumetti e basta, trasposizioni di storie. Perché tutto quello di cui parlano Scorsese e Iñárritu è iniziato davvero nel 2008, quando Robert Downey Jr. si è messo il costume di Iron Man. Chi lo sapeva che da lì sarebbe partita una delle saghe più remunerative della storia dell’intrattenimento, con una cifra stimata di fatturato totale che supera i 30 miliardi di dollari, appena sotto Star Wars e Harry Potter. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato fatto un piano, più preciso e totalizzante di quelli quinquennali stalinisti, che arriva alle serie tv e all’animazione e che inserisce nuovi personaggi a cui appassionarsi, tra WandaVision, Loki e multiversi. Chi lo sapeva che a un certo punto ci avrebbe messo mani la Disney, la grande piovra dello show business generalista, creando merchandising a non finire, cercando sempre più pubblico e guardando anche al mercato asiatico con film come Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli.

Il volto di questa gigantesca operazione non può che essere lui, Downey Jr., almeno finché il suo personaggio, Tony Stark non muore. È grazie al suo sacrificio che tutto l’universo si salva, che le persone uccise da Thanos tornano in vita, che le minacce aliene vengono sedate una volta per tutte. Il mondo può riprendere il suo corso naturale grazie all’immolazione di un uomo – «genio, miliardario, playboy, filantropo». La scena del funerale di Tony Stark in Avengers: Endgame, del 2019, è la chiusura di una fase del Marvel Cinematic Universe. Si vedono praticamente tutti, vestiti di nero che piangono, da Michelle Pfeiffer a Samuel L. Jackson. La scena è anche il funerale di Downey Jr., almeno di una delle sue vite, quella di mega star dei film di supereroi. Muoiono entrambi, attore e personaggio. Negli anni dieci la sua filmografia è quasi interamente dedicata alla Marvel. E lui risulta l’attore più pagato del mondo.

Poi, oltre alla docuserie in stile seinfeldiano post-seinfeld dove Downey Jr. restaura le sue auto antiche per renderle più eco-friendly, è arrivato il grande ruolo e l’ennesima rinascita. «Oppenheimer è il miglior film in cui abbia mai recitato», ha detto Robert Downey Jr. alla premiere inglese del film di Cristopher Nolan, uscito in USA il 21 luglio. Nel biopic epico di tre ore, Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, che guida la Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti e nemesi di Oppenheimer/Cillian Murphy. Ma Oppenheimer non è il primo film in cui l’attore dimostra di saper lavorare con registi amati sia dall’Academy che dalla critica. Ha saltellato in ruoli diversi, passando da David Fincher a Robert Altman, da George Clooney a Steven Soderbergh, da Oliver Stone a Richard Attenborough. È in Wonder boys, uno dei migliori campus movie, in cui ha mostrato una grande destrezza attoriale (tra l’altro queer, in tempi non sospetti).

Come un gatto o come una fenice, Downey Jr. nessuno ha mai smesso di considerarlo bravo, e rinasce e cade sempre in piedi, ancora più di un Johnny Depp che passa da Kusturica ai Pirati dei Caraibi. Figlio dell’attore che porta il suo stesso nome, Robert Downey Sr., le prime parti davanti alla telecamera le ha avute a cinque anni. Una prima vita da attore bambino. Ma sono i film da adolescente del Brat Pack, gli anni d’oro di John Hughes e dell’America dei sobborghi e poi del mood Breat Easton Ellis, con Al di là di tutti i limiti (Less than zero) del 1987 a dargli il gusto per il cinema un po’ sfrontato e un po’ piacione, mood americanissimo e libertino che gli resterà addosso. Sono quei film che l’hanno portato alla notorietà, alle droghe e poi alla redenzione. Arrestato la prima volta nel ’96 per guida in stato di ebbrezza, in macchina gli trovano una Magnum, eroina, crack e cocaina. Ha raccontato che si faceva le canne col padre quand’era ancora ragazzino. Altri arresti, altre droghe, Valium, altre foto segnaletiche nei tabloid dove sorride, come fosse tutto un gioco, in questa seconda vita da enfant terrible dello Chateau Marmont.

Prova con la tv, come zattera mentre cerca di ripulirsi. Solleva addirittura i numeri di Ally McBeal, ma tra arresti e Golden Globe entra ed esce dai centri di disintossicazione e riabilitazione pieni di nepo baby. Non riesce ad avere ruoli nei film perché i produttori non possono assicurarlo. Se condannato potrebbe farsi anche cinque anni per possesso. Woody Allen lo voleva, insieme a Wynona Rider, per Melinda e Melinda. Niente. E poi a salvarlo è arrivato l’amico Mel Gibson, che ci ha messo i soldi per le assicurazioni e gli ha fatto avere una parte da protagonista in The Singing Detectives. E poi da lì, liberatosi dalle droghe e dall’alcol, si arriva a Kassovitz e Linklater. Lui ringrazia la moglie per averlo salvato. E quando sembra iniziare a scivolare verso ruoli minori da adulto, ecco i supereroi e Sherlock Holmes e il Tropic Thunder di Ben Stiller. 58 anni, ora, e ancora la faccia furbetto nelle interviste, sullo schermo nel filmone di Nolan sembra in ogni modo cercar di perdere l’aria sexy che gli ha sempre garantito di rinascere. Appare stempiato, smagrito, completo da burocrate e macchie senili sulle mani. In realtà dopo la Marvel ci aveva riprovato con quello che poteva essere un altro franchise family friendly, Dolittle, che invece è stato un disastro sia di critica che di incassi. Poi ha telefonato Nolan.

Articoli Suggeriti
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo

Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzo ad Argento.

Per Ornella Vanoni internet è stato l’ultimo, perfetto palcoscenico

Senza neanche sforzarsi, Vanoni è diventata un idolo della cultura internettiana italiana. Perché aveva capito l'unica cosa che conta per "vincere" internet: non prendere niente sul serio, neanche se stessi.

Leggi anche ↓
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo

Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzo ad Argento.

Per Ornella Vanoni internet è stato l’ultimo, perfetto palcoscenico

Senza neanche sforzarsi, Vanoni è diventata un idolo della cultura internettiana italiana. Perché aveva capito l'unica cosa che conta per "vincere" internet: non prendere niente sul serio, neanche se stessi.

Per Eugenia Dubini di NN Editore i libri non sono affatto finiti

Nel 2015 ha fondato e dirige una delle case editrici più interessanti in Italia. Pubblicando nuove voci italiane e stranieri di successo ha dimostrato che si può vincere la crisi, che i lettori cambiano ma la lettura resterà sempre.

The Smashing Machine quasi non è un film ed è proprio per questo che merita di essere visto

Il primo film da solista di Benny Safdie, con protagonista un trasformato The Rock, è un esperimento meta-cinematografico. Frustrante, deludente, spericolato e, a tratti, geniale.

Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI

L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.

Terrazza Sentimento è la storia di Alberto Genovese, ma anche di Diddy, Epstein e Weinstein

Al di là della bruttezza della miniserie Netflix, guardandola è impossibile non notare come queste storie di élite degenerate si somiglino tutte.