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11:18 mercoledì 5 novembre 2025
Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.

Un viaggio nell’età della rabbia

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

10 Giugno 2022

Sì, viviamo “tempi interessanti”, per parafrasare la nota maledizione cinese – “Che tu possa vivere in tempi interessanti” – usata come titolo della penultima Biennale d’arte di Venezia. “Interessanti” è da intendersi come eufemismo. Sta per tempi difficili, pieni di sconvolgimenti, che toccano le nostre vite, in superficie e nel profondo, come mai avremmo immaginato fino a pochi anni fa. Le mascherine, il distanziamento sociale, la paura del contatto e adesso le immagini della guerra alle porte di casa nostra, i prezzi delle materie prime che schizzano, il problema del gas che minaccia le nostre abitudini, e sullo sfondo, che poi sfondo non è, la minaccia del riscaldamento globale. Se andiamo ancora un po’ indietro, gli ultimi anni sono stati a livello politico quelli dei nuovi populismi, di Trump e della Brexit, dei complottismi a mezzo social, che hanno avvelenato il dibattito pubblico fino all’ondata no-vax. Nella preparazione di questo numero 51, pensando, come sempre facciamo, al momento che stiamo vivendo, ci è sembrato che un evidente comun denominatore di tutto questo fosse la rabbia. Viviamo tempi interessanti, sì, e questi tempi sono soprattutto tempi arrabbiati. Tempi di persone che si radicalizzano sui social, di gruppi che si polarizzano, di idee opposte che si fronteggiano. Ma anche di persone che si ribellano allo status quo, alle cose che non vanno, come la salute del Pianeta o il razzismo sistemico. E probabilmente non è un caso se la serie di maggior successo di quest’ultimo anno sia stata Squid Game, un “gioco al massacro” tutti contro tutti che ha appassionato il mondo e di cui, nel nuovo numero, troverete un approfondimento attraverso una lunga intervista al suo creatore, Hwang Dong-hyuk. C’è una rabbia negativa, distruttiva, dicevamo, ma anche una che potremmo definire “positiva”, come quella degli Extinction Rebellion, il movimento ambientalista radicale che abbiamo contattato per parlare del loro modo di intendere la protesta sull’emergenza climatica (una protesta che, nel loro modo di vedere, non può che essere forte, ispirata alla disobbedienza civile). Nel nuovo numero troverete anche storie sulle destre profonde che si aggregano nel mondo digitale per inondare quello reale; un’intervista a John Spencer, esperto di guerriglia urbana, autore di un manuale, distribuito in Ucraina, su come difendere la città da un’invasione nemica; un’intervista a Capo Plaza, esempio importante di come in questi anni la rabbia della periferia si sia tradotta in Italia in un genere musicale; un racconto di come, dopo la pandemia, sembra essere aumentata la percezione di episodi di violenza giovanile nelle nostre città; un’intervista ad Antoine Chevrollier, regista di Oussekine, serie tv che ricostruisce un famoso caso di soprusi della polizia, che negli anni ’80 infiammò la Francia; e un approfondimento su come questo “clima” si rifletta nel modo in cui scegliamo di apparire e di vestirci. Abbiamo ragionato molto su come accompagnare visivamente il racconto di queste storie. E abbiamo deciso di usare il modo più contemporaneo che avevamo a disposizione: un’intelligenza artificiale, che ha prodotto la maggior parte delle strane immagini di questo numero attraverso la generazione su input testuale realizzata da Gola Studio.

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